giovedì 8 ottobre 2015

Nella Galleria Palatina di Firenze: capolavoro di Tiziano in temporanea esposizione

Per oltre due mesi La Galleria Palatina di Palazzo Pitti offre l’opportunità di ammirare fino all'8 dicembre 2015 uno straordinario capolavoro giovanile di Tiziano, Il suicidio di Lucrezia, dipinto tra il 1516 e il 1517 e conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna. 



La temporanea esposizione dell’opera nella Galleria delle statue del museo fiorentino è resa possibile dai festeggiamenti per i 125 anni del museo austriaco: in occasione di questo giubileo, infatti, alcuni musei europei hanno concesso prestiti eccezionali per celebrare questa straordinaria istituzione. Per questo il museo fiorentino  ha prestato al museo austriaco " L'amorino dormiente" del Caravaggio ed in cambio ha ricevuto  lo straordinario capolavoro giovanile di Tiziano Vecellio, Il suicidio di Lucrezia.
Per coloro che andranno a vedere questa straordinaria opera cominciamo col dire che Tiziano (Pieve di Cadore 1488\1490 –Venezia 1576)  la realizzò nel 1516/17 seguendo questa storia :
Lucrezia, patrizia romana figlia di Spurio Lucrezio e moglie di Lucio Tarquinio Collatino, preferì togliersi la vita piuttosto che sopravvivere al disonore di essere stata violentata da Sesto Tarquino, figlio del re Tarquinio il Superbo.

La raffigurazione di Lucrezia nell’atto di compiere il suicidio conobbe una diffusione vastissima sia in Oltralpe con pittori quali Jorge Breu il Vecchio (1475), Durer (1518), Lucas Cranach (1535 ca.) che in ambito italiano, lombardo, veneto e ferrarese in particolare. Il Suicidio di Lucrezia di Tiziano raffigura l’eroina romana - e alle sue spalle il marito Collatino che tenta di dissuaderla dalla volontà di uccidersi- in un’immagine palpitante di vita, nella fierezza dell’azione che sta per compiere.
Il dipinto,appartenente alla collezione del Wien, Kunsthistorisches Museum,oggi esposto nella Galleria Palatina, era anticamente  nella collezione del re Carlo I d’Inghilterra e venne acquistato intorno al 1650 dall’arciduca Leopoldo Guglielmo, governatore dei Paesi Bassi e grande estimatore della pittura veneta. Attraverso le indagini radiografiche eseguite sulla tavola è stata accertata l’esistenza sotto l’immagine visibile a occhio nudo di una composizione antecedente alquanto diversa. Nella prima versione -visibile ai raggi X - si percepisce chiaramente la figura di Lucrezia minacciata da Tarquinio con il pugnale in mano.Quindi con la volontà di uccidere il violentatore e non per suicidarsi.

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