giovedì 18 gennaio 2018

Tommaso Gherardini : un artista un pò dimenticato del '700


Tommaso Gherardini, nato a Firenze il 21 dicembre 1715 e morto a Firenze nel 1797, studiò nelle accademie di Venezia, Bologna e Firenze. Allievo del pittore Vincenzo Meucci, che lo istruì nell'arte di dipingere a monocromo finti bassorilievi e minuziosi cammei, fu introdotto presso la famiglia Martelli con cui rimase legato per tutta la vita. Per i Martelli Gherardini lavorò non solo come frescante, ma anche come copista, restauratore e decoratore di mobili. Operò nelle chiese di Firenze e, a Livorno, realizzò una Trasfigurazione, in seguito distrutta, nella tribuna del duomo. Per i granduchi lorenesi eseguì numerosi affreschi in alcuni ambienti della villa del Poggio Imperiale. Artista di fiducia del Direttore degli Uffizi, dal 1784 operò all'Accademia delle arti e del disegno



                                                                                                                                       Piazza Grande di Tommaso Gherardini



Due grandi dipinti settecenteschi dell’artista Tommaso Gherardini restaurati, sia nella tela che nella cornice,grazie al finanziamento  Rotary Club Livorno andranno a far parte del percorso espositivo del Museo della Città di prossima apertura a Livorno all’interno del Polo Culturale Bottini dell’Olio.
La cerimonia di consegna avverrà  sabato 20 gennaio (ore 17.30) nella sala degli Specchi di Villa Mimbelli con la presenza dell’assessore alla cultura Francesco Belais, il presidente del Rotary Club Livorno, Giorgio Odello, la presidente della Commissione  Cultura del Rotary Livorno Olimpia Vaccari, Laura Dinelli, che illustrerà i festeggiamenti celebrati dai due quadri, e la restauratrice Maria Teresa Leotta.

I due grani dipinti  ( cm 235x117) della collezione civica del Comune di Livorno: “Festa in piazza Grande” e “Festa in Darsena” datati 1766 e realizzati da Tommaso Gherardini, artista del XVIII secolo in ricordo della visita nella città di Livorno del Granduca Pietro Leopoldo   sono giunti al termine   dei lavori di restauro in questi giorni. Si tratta di  due quadri celebrativi che “raccontano” la storia passata della città, i fastosi apparati che venivano allestiti in occasione di feste religiose o per le visite a Livorno dei Granduchi lorenesi.   
                                                                                                                          Darsena  di Tommaso Gherardini

martedì 16 gennaio 2018

Il restauro del Teatro del Palazzo Rinuccini a Firenze

                                   
                                                                                    il teatro del Palazzo Rinuccini  foto Giulio Mannaioni


Il Teatro di palazzo  Rinuccini è stato uno dei più prestigiosi teatri privati della città,  creato ad uso della famiglia nel 1753 all'interno del palazzo  posto in  via Santo Spirito 39-41, residenza nobiliare della famiglia Rinuccini, oggi di proprietà del Comune di Firenze e sede del Liceo Machiavelli
Nel 1975 sarebbe dovuto diventare un teatro pubblico per la scuola "Eduardo de Filippo" e nell'occasione venne sottoposto ad un accurato restauro ma il progetto saltò e fino ad oggi   la sala è stata usata solo saltuariamente per piccoli eventi, oppure come Aula Magna dell'istituto. A partire da settembre del 2016, la preside dell'istituto Machiavelli ha  contattato varie istituzioni per concludere il progetto di restauro e permettere nuovamente la fruizione del teatro.  Così è avvenuto ed il 12 gennaio 2018  è stato inaugurato il teatro definitivamente ricuperato  ed intitolato Teatro' Ottavio Rinuccini' celebre librettista fiorentino della lirica.
Tra gli interventi, il restauro del camerino affrescato, quello dell'antico pavimento del lapidarium e delle finestre, il recupero del sipario e delle antiche poltroncine.


Il grande complesso architettonico era nato come residenza nobiliare della famiglia Rinuccini, che vi abitò fino a metà '800. Con la morte dell'ultimo erede, nel 1848, il ricco patrimonio artistico in beni mobili fu in gran parte disperso e il palazzo passò in eredità. Poi fu venduto nel 1888 alla famiglia Elliot che a sua volta lo cedette al Comune nel 1919.
    Da allora l'edificio è destinato ad uso scolastico ed è oggi sede del Liceo Machiavelli.



lunedì 15 gennaio 2018

La Chiesa degli Olandesi a Livorno verso il completo ricupero

Livorno  ha sempre goduto di un clima interculturale sia per la sua nascita interraziale ,sia come città portuale aperta al mondo. Come espressione tangibile di questa nobile tradizione troviamo in città molti luoghi di culto di svariate confessioni. Tra queste vi è la Chiesa degli Olandesi , tempio  della Congregazione Olandese Alemanna, quindi espressione della religione protestante, ubicata lungo il Fosso Reale, nel tratto compreso tra piazza della Repubblica e piazza Cavour.






La presenza di fiamminghi e tedeschi è attestata a Livorno sin dalle origini della città, quando, nei primi anni del XVII secolo, fu ufficialmente istituita la Congregazione Olandese Alemanna, ma solo con l'Unità d'Italia, dopo aver vinto le resistenze delle autorità civili e cattoliche, furono avviate le pratiche per la costruzione di un tempio vero e proprio. Dopo aver vagliato diversi progetti, tra cui un disegno di Giuseppe Cappellini, fu prescelto l'elaborato di Dario Giacomelli. I lavori furono avviati nel 1862 e terminarono nel 1864 con la realizzazione della attuale chiesa  rara  espressione di architettura neogotica a Livorno e dotata fino dal 1903 di un bellissimo organo della ditta Agati-Tronci, definito senza uguali in Toscana.La facciata presenta tre rosoni dalla geometria raffinata: quello centrale, più grande e posto sopra la porta d'ingresso, è decorato con un motivo floreale ed è affiancato da due rosoni dal disegno fiammeggiante.
L'interno è una vasta aula a pianta rettangolare, preceduta da una tribuna (o cantoria) posta sopra il vestibolo d'ingresso e chiusa mediante una grande abside circolare. Qui Giacomelli fuse insieme elementi della tradizione gotica con altri di matrice classica: lungo la navata è possibile infatti osservare l'alternarsi di lesene classicheggianti, sulle quali si aprono gli archi a sesto acuto che inquadrano le finestre ogivali con vetrate colorate.




Tuttavia, dal 1991 la chiesa è inagibile e chiusa al pubblico , il progressivo degrado  portò alla sparizione dell'organo ed alla progressiva rovina dell'apparato ornamentale.
Nel 2014, grazie al contributo economico del Comune di Livorno e ai fondi derivanti dal censimento del FAI, si registrò l'avvio di un primo intervento di recupero mettendo in sicurezza la facciata, ricostruendo la copertura nella sala del Concistoro, ripristinando il sistema di scolo delle acque meteoriche e  chiudendo alcune profonde lesioni che correvano sui prospetti laterali. Ma i lavori non sono ancora finiti e l'attuale amministrazione comunale ha intenzione di portarli a termine .

Per questo martedì 16 gennaio, alle ore 12.30 il sindaco Filippo Nogarin e gli assessori Alessandro Aurigi (Lavori Pubblici) e Francesco Belais (Cultura e Turismo) incontreranno una delegazione olandese ( addetto culturale dell’Ambasciata dei Paesi Bassi e un funzionario  del Ministero della cultura dei Paesi Bassi) in visita a Livorno per un sopralluogo ai monumenti principali della Congregazione Olandese Alemanna.
L’incontro sarà davanti al Tempio della Congregazione Olandese Alemanna (Chiesa degli Olandesi) ma in caso di maltempo l’appuntamento si sposterà a palazzo comunale.
L’incontro in programma offrirà l’occasione per illustrare da parte dell’Amministrazione Comunale l’idea progettuale di riqualificazione di tutta l’area prospiciente il sagrato del Tempio.