Il blog della famiglia Guidi Mauro di Livorno non ha scopi commerciali ma è solo la testimonianza di una famiglia livornese.
lunedì 30 giugno 2008
El retrato del Renacimiento (Il ritratto del Rinascimento)
39. Camilla Gonzaga, condesa de San Segundo y sus hijos
Parmigianino
Óleo sobre tabla, 128 x 97 cm
Madrid, Museo Nacional del Prado
Museo El Prado di Madrid
3 giugno - 7 settembre
Curatore
Miguel Falomir
Capo del Departamento de Pintura Italiana del Renacimiento del Museo Nacional del Prado
Mostra organizzata in collaborazione con
National Gallery, Londra
Patrocinata da
Fundazione AXA
A Madrid una mostra eccezionale che ha per tema il ritratto nel Rinascimento. Sono esposte 126 opere di 70 autori che in pratica rappresentano tutti i grandi artisti del Rinascimento ( XV e XVI secolo) . Si può ammirare , per esempio, uno splendido ritratto della moglie Margherita di Jan Van Eyck , il Ghirlandaio anziano con il nipote, opere di Tiziano, Botticelli , Runens ecc. ma la cosa importante è rilevare l’evoluzione del “ritratto “ nel Rinascimento.
Una trasformazione prima di tutto di carattere sociale che porta gli artisti a fare ritratti non solo di principi, cardinali e regnanti ma anche di povera gente . In questo modo i ritratti vanno così ad a abbellire anche case di gente comune.
domenica 29 giugno 2008
L’uomo nello spazio : tra scienza , fantascienza e spettacolo.
I nuovi vettori che sostituiranno i missili Saturno si chiamano Ares:
Ares I (precedentemente noto col nome di Crew Launch Vehicle) è il vettore dedicato al lancio dell'equipaggio nell'ambito del progetto Costellation .Ares I invierà infatti la navetta Orion , progettata per sostituire lo Space Shuttle dopo il termine dei voli nel 2010. Il vettore Ares V, più grande e senza equipaggio, è complementare ad Ares I e sarà utilizzato per l'invio del carico. Grandi progetti in casa NASA che fra l’altro il 29 luglio prossimo compirà esattamente i 50 anni di vita essendo stata fondata il 29 luglio 1958 : con i nuovi vettori Ares sono in programma il ritorno dell’uomo sulla Luna nel 2024 ed il primo viaggio verso Marte nel 2037.
Ma guarda caso il ritorno sulla Luna ha di nuovo alimentato le perverse voci che le “ vecchie “ ( 1961-1972) missioni Apollo siano state delle invenzioni mediatiche ( patacche , in poche parole ) .
Già in fabbricazione un film, per ora senza titolo , che porterà sullo schermo nel 2010 questa “ azzardata ipotesi “ con un testo scritto da Peter Becham e la regia di John Moore , L’operazione ricorda un film già visto ( Capricorn One del 1978 ) che comunque contribuirà a sostenere ed amplificare l’interesse popolare ( e quindi sponsor e soldi ) per la ricerca spaziale.
State certi che fra poco si intensificheranno di nuovo gli avvistamenti di Ufo !
L’uomo nello spazio : tra scienza , fantascienza e spettacolo.
I nuovi vettori che sostituiranno i missili Saturno si chiamano Ares:
Ares I (precedentemente noto col nome di Crew Launch Vehicle) è il vettore dedicato al lancio dell'equipaggio nell'ambito del progetto Costellation .Ares I invierà infatti la navetta Orion , progettata per sostituire lo Space Shuttle dopo il termine dei voli nel 2010. Il vettore Ares V, più grande e senza equipaggio, è complementare ad Ares I e sarà utilizzato per l'invio del carico. Grandi progetti in casa NASA che fra l’altro il 29 luglio prossimo compirà esattamente i 50 anni di vita essendo stata fondata il 29 luglio 1958 : con i nuovi vettori Ares sono in programma il ritorno dell’uomo sulla Luna nel 2024 ed il primo viaggio verso Marte nel 2037.
Ma guarda caso il ritorno sulla Luna ha di nuovo alimentato le perverse voci che le “ vecchie “ ( 1961-1972) missioni Apollo siano state delle invenzioni mediatiche ( patacche , in poche parole ) .
Già in fabbricazione un film, per ora senza titolo , che porterà sullo schermo nel 2010 questa “ azzardata ipotesi “ con un testo scritto da Peter Becham e la regia di John Moore , L’operazione ricorda un film già visto ( Capricorn One del 1978 ) che comunque contribuirà a sostenere ed amplificare l’interesse popolare ( e quindi sponsor e soldi ) per la ricerca spaziale.
State certi che fra poco si intensificheranno di nuovo gli avvistamenti di Ufo !
giovedì 26 giugno 2008
La Bizzarrini 3500 GT STRADA
Supercars , strade ed autostrade senza limiti di velocità , gioia sublime di correre su percorsi silenziosi e sgombri da traffico in una scenario da film d’amore vecchia maniera . Questo in sintesi il servizio offerto da una società di Livingston, la RIO Prestige , che propone week-end nello Highland scozzese con macchine a noleggio di grande prestigio.
Prezzi ovviamente da ricconi ed arricchiti ( non indaghiamo come !) ma la scelta è capace di soddisfare richieste di grande pregio stilistico e sportivo. In catalogo ( molto ammiccante ) Ferrari , Lamborghini,Aston Martin ,Porsche , Zonda , Spykers , addirittura un modello eccezionale di Bugatti ( Veyron ), ma non ho trovato una Bizzarrini !
E’ come se in un museo con una sala dedicata alla pittura del XX secolo mancassero i quadri di Picasso !
Dopo Enzo Ferrari , penso che Giotto Bizzarrini , ingegnere e imprenditore livornese sia uno dei geni del settore automobilistico che l’Italia può vantare di avere. Ha lavorato in Ferrari (ha collaborato alla realizzazione della Ferrari Testa Rossa dodici cilindri 3 litri, della Testa Rossa 500 Mondial 2 litri, delle varie versioni della Ferrari 250 (250 GT SWB, 250 Spider California,250 GTO), quindi nel 1962 fonda una propria società , a Livorno , la Autostar con lo scopo di progettare nuovi motori. Tra i primi committenti Ferruccio Lamborghini su ordine del quale nasce un motore di gran successo, un dodici cilindri di 3,5 litri ceduto alla Lamborghini . E’ in quegli anni anche un proficuo lavoro in collaborazione con Renzo Rivolta , titolare della ISO Rivolta, ma nel 1964 fonda una società a suo nome ,la Prototipi Bizzarrini, pur continuando la sua collaborazione anche con la Iso Rivolta. Da quel momento Bizzarrini produce la Grifo A3C sotto il suo nome, e la A3C diventa una vettura stradale. Queste vetture erano chiamate Bizzarrini 5300 GT STRADA e carrozzeria e parti meccaniche erano le stesse della ISO A3C. La fabbrica a Livorno produsse circa 155 vetture. La Bizzarrini S.p.A venne fondata nel 1966 e cessò la sua attività nel 1969. Qualche altra vettura venne assemblata con ciò che restava .
Le Bizzarrini 5300 GT Strada esistono ancora , sono una leggenda su quattro ruote perché portano in sé sintesi geniali dei migliori modelli delle supercars italiane , degne quindi di confrontarsi con auto di maggiore notorietà mediatica offrendo un valido appoggio alle natiche super zavorrate con gonfi portafogli di clienti desiderosi di coniugare sport , stile e poesia.
written by Guidi Mauro
La Bizzarrini 3500 GT STRADA
Supercars , strade ed autostrade senza limiti di velocità , gioia sublime di correre su percorsi silenziosi e sgombri da traffico in una scenario da film d’amore vecchia maniera . Questo in sintesi il servizio offerto da una società di Livingston, la RIO Prestige , che propone week-end nello Highland scozzese con macchine a noleggio di grande prestigio.
Prezzi ovviamente da ricconi ed arricchiti ( non indaghiamo come !) ma la scelta è capace di soddisfare richieste di grande pregio stilistico e sportivo. In catalogo ( molto ammiccante ) Ferrari , Lamborghini,Aston Martin ,Porsche , Zonda , Spykers , addirittura un modello eccezionale di Bugatti ( Veyron ), ma non ho trovato una Bizzarrini !
E’ come se in un museo con una sala dedicata alla pittura del XX secolo mancassero i quadri di Picasso !
Dopo Enzo Ferrari , penso che Giotto Bizzarrini , ingegnere e imprenditore livornese sia uno dei geni del settore automobilistico che l’Italia può vantare di avere. Ha lavorato in Ferrari (ha collaborato alla realizzazione della Ferrari Testa Rossa dodici cilindri 3 litri, della Testa Rossa 500 Mondial 2 litri, delle varie versioni della Ferrari 250 (250 GT SWB, 250 Spider California,250 GTO), quindi nel 1962 fonda una propria società , a Livorno , la Autostar con lo scopo di progettare nuovi motori. Tra i primi committenti Ferruccio Lamborghini su ordine del quale nasce un motore di gran successo, un dodici cilindri di 3,5 litri ceduto alla Lamborghini . E’ in quegli anni anche un proficuo lavoro in collaborazione con Renzo Rivolta , titolare della ISO Rivolta, ma nel 1964 fonda una società a suo nome ,la Prototipi Bizzarrini, pur continuando la sua collaborazione anche con la Iso Rivolta. Da quel momento Bizzarrini produce la Grifo A3C sotto il suo nome, e la A3C diventa una vettura stradale. Queste vetture erano chiamate Bizzarrini 5300 GT STRADA e carrozzeria e parti meccaniche erano le stesse della ISO A3C. La fabbrica a Livorno produsse circa 155 vetture. La Bizzarrini S.p.A venne fondata nel 1966 e cessò la sua attività nel 1969. Qualche altra vettura venne assemblata con ciò che restava .
Le Bizzarrini 5300 GT Strada esistono ancora , sono una leggenda su quattro ruote perché portano in sé sintesi geniali dei migliori modelli delle supercars italiane , degne quindi di confrontarsi con auto di maggiore notorietà mediatica offrendo un valido appoggio alle natiche super zavorrate con gonfi portafogli di clienti desiderosi di coniugare sport , stile e poesia.
written by Guidi Mauro
martedì 17 giugno 2008
E’ più famoso Robert De Niro Sr o Jr ?
Il pittore Robert De Niro Sr è fra i massimi esponenti della pittura americana della metà del XX secolo.
Nasce a Syracuse, nello Stato di New York, nel 1922, da genitori italiani emigrati dall’Abruzzo, ed in questa città inizia a frequentare i corsi e le lezioni di arte, che lo porteranno a studiare e lavorare con maestri del calibro di Hans Hofmann, pittore tedesco che a Parigi frequentava Matisse, Picasso, Braque e Delaunay e che fu, dopo il trasferimento a New York, insegnante di Jackson Pollock e, uno dei primi sperimentatori del “dripping”.
Allievo quindi di Joseph Albers, altro artista tedesco trasferitosi in America negli stessi anni e teorizzatore, oltre che sperimentatore, dei meccanismi del colore e della percezione visiva, fa la sua prima esposizione nel 1945 al Salone d’Autunno della mitica galleria Art of This Century di New York.
Nel 1942, ventunenne, si era sposato con Virginia Admiral, una compagna di studi di origine irlandese , in seguito artista di talento, che l’anno successivo aveva dato alla luce Robert De Niro Junior, futuro grande attore del cinema americano. Il matrimonio durò pochissimo , subito dopo la nascita del figlio i due si separano. Inizia per Robert De Niro Sr. un periodo di intensa attività : espose in personali e collettive ospitate in rappresentative gallerie americane, si trasferì in Francia, negli anni dal 1961 al 1964, ricevette il riconoscimento della “Guggenheim Fellowship”, nel 1968, iniziò anche l’attività di insegnante in importanti Università e Scuole d’Arte americane.
Continuò per decenni a lavorare esponendo sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, ricevendo attestazioni di stima che culminarono con il conferimento dell’Honorary Degree al Briarwood College di Southington nel Connecticut. L’artista morì a New York nel 1993.
Permettetemi un giro di parole per descrivere la pittura di De Niro :nei suoi quadri le forme morbide definite da segni forti sono rese piene da macchie di colori splendenti e luminosi come un espressionista astratto sa fare quando risente molto delle suggestioni francesi del segno, delle forme derivate da Cezanne, del colore di Matisse e dai “fauves”.
Se vi sembra un po’ difficile da comprendere basta guardare i suoi quadri e tutto diventa facile e leggibile .
Il titolo dell’articolo è solo provocatorio . Rispondete voi.
Nasce a Syracuse, nello Stato di New York, nel 1922, da genitori italiani emigrati dall’Abruzzo, ed in questa città inizia a frequentare i corsi e le lezioni di arte, che lo porteranno a studiare e lavorare con maestri del calibro di Hans Hofmann, pittore tedesco che a Parigi frequentava Matisse, Picasso, Braque e Delaunay e che fu, dopo il trasferimento a New York, insegnante di Jackson Pollock e, uno dei primi sperimentatori del “dripping”.
Allievo quindi di Joseph Albers, altro artista tedesco trasferitosi in America negli stessi anni e teorizzatore, oltre che sperimentatore, dei meccanismi del colore e della percezione visiva, fa la sua prima esposizione nel 1945 al Salone d’Autunno della mitica galleria Art of This Century di New York.
Nel 1942, ventunenne, si era sposato con Virginia Admiral, una compagna di studi di origine irlandese , in seguito artista di talento, che l’anno successivo aveva dato alla luce Robert De Niro Junior, futuro grande attore del cinema americano. Il matrimonio durò pochissimo , subito dopo la nascita del figlio i due si separano. Inizia per Robert De Niro Sr. un periodo di intensa attività : espose in personali e collettive ospitate in rappresentative gallerie americane, si trasferì in Francia, negli anni dal 1961 al 1964, ricevette il riconoscimento della “Guggenheim Fellowship”, nel 1968, iniziò anche l’attività di insegnante in importanti Università e Scuole d’Arte americane.
Continuò per decenni a lavorare esponendo sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, ricevendo attestazioni di stima che culminarono con il conferimento dell’Honorary Degree al Briarwood College di Southington nel Connecticut. L’artista morì a New York nel 1993.
Permettetemi un giro di parole per descrivere la pittura di De Niro :nei suoi quadri le forme morbide definite da segni forti sono rese piene da macchie di colori splendenti e luminosi come un espressionista astratto sa fare quando risente molto delle suggestioni francesi del segno, delle forme derivate da Cezanne, del colore di Matisse e dai “fauves”.
Se vi sembra un po’ difficile da comprendere basta guardare i suoi quadri e tutto diventa facile e leggibile .
Il titolo dell’articolo è solo provocatorio . Rispondete voi.
E’ più famoso Robert De Niro Sr o Jr ?
Il pittore Robert De Niro Sr è fra i massimi esponenti della pittura americana della metà del XX secolo.
Nasce a Syracuse, nello Stato di New York, nel 1922, da genitori italiani emigrati dall’Abruzzo, ed in questa città inizia a frequentare i corsi e le lezioni di arte, che lo porteranno a studiare e lavorare con maestri del calibro di Hans Hofmann, pittore tedesco che a Parigi frequentava Matisse, Picasso, Braque e Delaunay e che fu, dopo il trasferimento a New York, insegnante di Jackson Pollock e, uno dei primi sperimentatori del “dripping”.
Allievo quindi di Joseph Albers, altro artista tedesco trasferitosi in America negli stessi anni e teorizzatore, oltre che sperimentatore, dei meccanismi del colore e della percezione visiva, fa la sua prima esposizione nel 1945 al Salone d’Autunno della mitica galleria Art of This Century di New York.
Nel 1942, ventunenne, si era sposato con Virginia Admiral, una compagna di studi di origine irlandese , in seguito artista di talento, che l’anno successivo aveva dato alla luce Robert De Niro Junior, futuro grande attore del cinema americano. Il matrimonio durò pochissimo , subito dopo la nascita del figlio i due si separano. Inizia per Robert De Niro Sr. un periodo di intensa attività : espose in personali e collettive ospitate in rappresentative gallerie americane, si trasferì in Francia, negli anni dal 1961 al 1964, ricevette il riconoscimento della “Guggenheim Fellowship”, nel 1968, iniziò anche l’attività di insegnante in importanti Università e Scuole d’Arte americane.
Continuò per decenni a lavorare esponendo sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, ricevendo attestazioni di stima che culminarono con il conferimento dell’Honorary Degree al Briarwood College di Southington nel Connecticut. L’artista morì a New York nel 1993.
Permettetemi un giro di parole per descrivere la pittura di De Niro :nei suoi quadri le forme morbide definite da segni forti sono rese piene da macchie di colori splendenti e luminosi come un espressionista astratto sa fare quando risente molto delle suggestioni francesi del segno, delle forme derivate da Cezanne, del colore di Matisse e dai “fauves”.
Se vi sembra un po’ difficile da comprendere basta guardare i suoi quadri e tutto diventa facile e leggibile .
Il titolo dell’articolo è solo provocatorio . Rispondete voi.
Nasce a Syracuse, nello Stato di New York, nel 1922, da genitori italiani emigrati dall’Abruzzo, ed in questa città inizia a frequentare i corsi e le lezioni di arte, che lo porteranno a studiare e lavorare con maestri del calibro di Hans Hofmann, pittore tedesco che a Parigi frequentava Matisse, Picasso, Braque e Delaunay e che fu, dopo il trasferimento a New York, insegnante di Jackson Pollock e, uno dei primi sperimentatori del “dripping”.
Allievo quindi di Joseph Albers, altro artista tedesco trasferitosi in America negli stessi anni e teorizzatore, oltre che sperimentatore, dei meccanismi del colore e della percezione visiva, fa la sua prima esposizione nel 1945 al Salone d’Autunno della mitica galleria Art of This Century di New York.
Nel 1942, ventunenne, si era sposato con Virginia Admiral, una compagna di studi di origine irlandese , in seguito artista di talento, che l’anno successivo aveva dato alla luce Robert De Niro Junior, futuro grande attore del cinema americano. Il matrimonio durò pochissimo , subito dopo la nascita del figlio i due si separano. Inizia per Robert De Niro Sr. un periodo di intensa attività : espose in personali e collettive ospitate in rappresentative gallerie americane, si trasferì in Francia, negli anni dal 1961 al 1964, ricevette il riconoscimento della “Guggenheim Fellowship”, nel 1968, iniziò anche l’attività di insegnante in importanti Università e Scuole d’Arte americane.
Continuò per decenni a lavorare esponendo sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, ricevendo attestazioni di stima che culminarono con il conferimento dell’Honorary Degree al Briarwood College di Southington nel Connecticut. L’artista morì a New York nel 1993.
Permettetemi un giro di parole per descrivere la pittura di De Niro :nei suoi quadri le forme morbide definite da segni forti sono rese piene da macchie di colori splendenti e luminosi come un espressionista astratto sa fare quando risente molto delle suggestioni francesi del segno, delle forme derivate da Cezanne, del colore di Matisse e dai “fauves”.
Se vi sembra un po’ difficile da comprendere basta guardare i suoi quadri e tutto diventa facile e leggibile .
Il titolo dell’articolo è solo provocatorio . Rispondete voi.
lunedì 16 giugno 2008
E’ più famoso Robert De Niro Sr o Jr ?
Il pittore Robert De Niro Sr è fra i massimi esponenti della pittura americana della metà del XX secolo.
Nasce a Syracuse, nello Stato di New York, nel 1922, da genitori italiani emigrati dall’Abruzzo, ed in questa città inizia a frequentare i corsi e le lezioni di arte, che lo porteranno a studiare e lavorare con maestri del calibro di Hans Hofmann, pittore tedesco che a Parigi frequentava Matisse, Picasso, Braque e Delaunay e che fu, dopo il trasferimento a New York, insegnante di Jackson Pollock e, uno dei primi sperimentatori del “dripping”.
Allievo quindi di Joseph Albers, altro artista tedesco trasferitosi in America negli stessi anni e teorizzatore, oltre che sperimentatore, dei meccanismi del colore e della percezione visiva, fa la sua prima esposizione nel 1945 al Salone d’Autunno della mitica galleria Art of This Century di New York.
Nel 1942, ventunenne, si era sposato con Virginia Admiral, una compagna di studi di origine irlandese , in seguito artista di talento, che l’anno successivo aveva dato alla luce Robert De Niro Junior, futuro grande attore del cinema americano. Il matrimonio durò pochissimo , subito dopo la nascita del figlio i due si separano. Iniziò per Robert De Niro Sr. un periodo di intensa attività : espose in personali e collettive ospitate in rappresentative gallerie americane, si trasferì in Francia, negli anni dal 1961 al 1964, ricevette il riconoscimento della “Guggenheim Fellowship”, nel 1968, iniziò anche l’attività di insegnante in importanti Università e Scuole d’Arte americane.
Continuò per decenni a lavorare esponendo sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, ricevendo attestazioni di stima che culminarono con il conferimento dell’Honorary Degree al Briarwood College di Southington nel Connecticut.
L’artista morì a New York nel 1993.
Permettetemi un giro di parole per descrivere la pittura di De Niro :nei suoi quadri le forme morbide definite da segni forti sono rese piene da macchie di colori splendenti e luminosi come un espressionista astratto sa fare quando risente molto delle suggestioni francesi del segno, delle forme derivate da Cèzanne, del colore di Matisse e dai “fauves”.
Se vi sembra un po’ difficile da comprendere basta guardare i suoi quadri e tutto diventa facile e leggibile .
Il titolo dell’articolo è solo provocatorio . Rispondete voi.
Nasce a Syracuse, nello Stato di New York, nel 1922, da genitori italiani emigrati dall’Abruzzo, ed in questa città inizia a frequentare i corsi e le lezioni di arte, che lo porteranno a studiare e lavorare con maestri del calibro di Hans Hofmann, pittore tedesco che a Parigi frequentava Matisse, Picasso, Braque e Delaunay e che fu, dopo il trasferimento a New York, insegnante di Jackson Pollock e, uno dei primi sperimentatori del “dripping”.
Allievo quindi di Joseph Albers, altro artista tedesco trasferitosi in America negli stessi anni e teorizzatore, oltre che sperimentatore, dei meccanismi del colore e della percezione visiva, fa la sua prima esposizione nel 1945 al Salone d’Autunno della mitica galleria Art of This Century di New York.
Nel 1942, ventunenne, si era sposato con Virginia Admiral, una compagna di studi di origine irlandese , in seguito artista di talento, che l’anno successivo aveva dato alla luce Robert De Niro Junior, futuro grande attore del cinema americano. Il matrimonio durò pochissimo , subito dopo la nascita del figlio i due si separano. Iniziò per Robert De Niro Sr. un periodo di intensa attività : espose in personali e collettive ospitate in rappresentative gallerie americane, si trasferì in Francia, negli anni dal 1961 al 1964, ricevette il riconoscimento della “Guggenheim Fellowship”, nel 1968, iniziò anche l’attività di insegnante in importanti Università e Scuole d’Arte americane.
Continuò per decenni a lavorare esponendo sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, ricevendo attestazioni di stima che culminarono con il conferimento dell’Honorary Degree al Briarwood College di Southington nel Connecticut.
L’artista morì a New York nel 1993.
Permettetemi un giro di parole per descrivere la pittura di De Niro :nei suoi quadri le forme morbide definite da segni forti sono rese piene da macchie di colori splendenti e luminosi come un espressionista astratto sa fare quando risente molto delle suggestioni francesi del segno, delle forme derivate da Cèzanne, del colore di Matisse e dai “fauves”.
Se vi sembra un po’ difficile da comprendere basta guardare i suoi quadri e tutto diventa facile e leggibile .
Il titolo dell’articolo è solo provocatorio . Rispondete voi.
Prima : stop al 144 …. ma dopo di nuovo “ via !”
Articolo postato dall'autore il 16.06.2008 su La Stampa.blog
Il prefisso telefonico 144 ,che insieme per la verità ad altri , contribuisce talvolta a gonfiare in maniera “ strana “ le bollette telefoniche di taluni malcapitati sembrava finalmente reso inoffensivo.
Qualche settimana fa un provvedimento ad hoc decideva ( finalmente ) che tale numerologia telefonica doveva essere richiesta dall’utente e non viceversa in modo da rendere impossibile iniziative a dir poco “ furbesche e subdole “ che rendevano l’utente telefonico un “polletto da spennare”.
Finalmente una iniziativa mirata a tutelare in qualche modo i più deboli : anziani , i poco abili in internet e gli “ sprovveduti cronici “. L’Autorità per le Telecomunicazioni aveva stabilito che entro il 30 giugno 2008 sarebbe scattato il blocco automatico dei numeri 144 e simili , ma un semplice ricorso al TAR del Lazio ha bloccato l’iniziativa imponendo di lasciare per ora tutto allo stesso modo.
Chi ha presentato il ricorso ? Le società che forniscono i servizi erogati con quei numeri telefonici .
Ma per chiarezza di informazione diciamo chi sono prevalentemente : fattucchiere , maghi e maghetti , imbonitori vari , venditori di bolle di sapone e bellone in calore .
Per lo stato tutte categorie da tutelare a scapito delle famiglie italiane.
written by Guidi Mauro
Il prefisso telefonico 144 ,che insieme per la verità ad altri , contribuisce talvolta a gonfiare in maniera “ strana “ le bollette telefoniche di taluni malcapitati sembrava finalmente reso inoffensivo.
Qualche settimana fa un provvedimento ad hoc decideva ( finalmente ) che tale numerologia telefonica doveva essere richiesta dall’utente e non viceversa in modo da rendere impossibile iniziative a dir poco “ furbesche e subdole “ che rendevano l’utente telefonico un “polletto da spennare”.
Finalmente una iniziativa mirata a tutelare in qualche modo i più deboli : anziani , i poco abili in internet e gli “ sprovveduti cronici “. L’Autorità per le Telecomunicazioni aveva stabilito che entro il 30 giugno 2008 sarebbe scattato il blocco automatico dei numeri 144 e simili , ma un semplice ricorso al TAR del Lazio ha bloccato l’iniziativa imponendo di lasciare per ora tutto allo stesso modo.
Chi ha presentato il ricorso ? Le società che forniscono i servizi erogati con quei numeri telefonici .
Ma per chiarezza di informazione diciamo chi sono prevalentemente : fattucchiere , maghi e maghetti , imbonitori vari , venditori di bolle di sapone e bellone in calore .
Per lo stato tutte categorie da tutelare a scapito delle famiglie italiane.
written by Guidi Mauro
Prima : stop al 144 …. ma dopo di nuovo “ via !”
Articolo postato dall'autore il 16.06.2008 su La Stampa.blog
Il prefisso telefonico 144 ,che insieme per la verità ad altri , contribuisce talvolta a gonfiare in maniera “ strana “ le bollette telefoniche di taluni malcapitati sembrava finalmente reso inoffensivo.
Qualche settimana fa un provvedimento ad hoc decideva ( finalmente ) che tale numerologia telefonica doveva essere richiesta dall’utente e non viceversa in modo da rendere impossibile iniziative a dir poco “ furbesche e subdole “ che rendevano l’utente telefonico un “polletto da spennare”.
Finalmente una iniziativa mirata a tutelare in qualche modo i più deboli : anziani , i poco abili in internet e gli “ sprovveduti cronici “. L’Autorità per le Telecomunicazioni aveva stabilito che entro il 30 giugno 2008 sarebbe scattato il blocco automatico dei numeri 144 e simili , ma un semplice ricorso al TAR del Lazio ha bloccato l’iniziativa imponendo di lasciare per ora tutto allo stesso modo.
Chi ha presentato il ricorso ? Le società che forniscono i servizi erogati con quei numeri telefonici .
Ma per chiarezza di informazione diciamo chi sono prevalentemente : fattucchiere , maghi e maghetti , imbonitori vari , venditori di bolle di sapone e bellone in calore .
Per lo stato tutte categorie da tutelare a scapito delle famiglie italiane.
written by Guidi Mauro
Il prefisso telefonico 144 ,che insieme per la verità ad altri , contribuisce talvolta a gonfiare in maniera “ strana “ le bollette telefoniche di taluni malcapitati sembrava finalmente reso inoffensivo.
Qualche settimana fa un provvedimento ad hoc decideva ( finalmente ) che tale numerologia telefonica doveva essere richiesta dall’utente e non viceversa in modo da rendere impossibile iniziative a dir poco “ furbesche e subdole “ che rendevano l’utente telefonico un “polletto da spennare”.
Finalmente una iniziativa mirata a tutelare in qualche modo i più deboli : anziani , i poco abili in internet e gli “ sprovveduti cronici “. L’Autorità per le Telecomunicazioni aveva stabilito che entro il 30 giugno 2008 sarebbe scattato il blocco automatico dei numeri 144 e simili , ma un semplice ricorso al TAR del Lazio ha bloccato l’iniziativa imponendo di lasciare per ora tutto allo stesso modo.
Chi ha presentato il ricorso ? Le società che forniscono i servizi erogati con quei numeri telefonici .
Ma per chiarezza di informazione diciamo chi sono prevalentemente : fattucchiere , maghi e maghetti , imbonitori vari , venditori di bolle di sapone e bellone in calore .
Per lo stato tutte categorie da tutelare a scapito delle famiglie italiane.
written by Guidi Mauro
sabato 14 giugno 2008
Valentino : se la moda è arte
…merita anche fare una bella mostra : e che mostra ! Addirittura al Louvre negli spazi des Les Arts Décoratives , dedicata al grande Valentino che il 28 gennaio scorso è andato in pensione.
Lunedì 16 giugno 2008 Carla Bruni Sarkozy inaugurerà l’esposizione " Valentino Thèmes et Variation " che resterà aperta fino al 21 settembre per raccontare al pubblico , presentando 250 abiti, particolarmente belli e significativi , un percorso creativo ed artistico del grande stlista protratto lungo una carriera professionale di 48 anni.
Ma la raffinata e geniale mostra , curata da Pamela Golbin , ci porterà a conoscere anche molti aspetti privati e gelosi del grande Valentino , vita affettiva compresa.
Valentino : se la moda è arte
…merita anche fare una bella mostra : E che mostra ! Addirittura a Louvre negli spazi de Les Arts Decoratifs , dedicata al grande Valentino che il 28 gennaio scorso è andato in pensione.
Lunedì 16 giugno 2008 Carla Bruni Sarkosy inaugurerà l’esposizione “ Valentino Thèmes et Variation “ che resterà aperta fino 21 settembre per raccontare al pubblico , presentando 250 abiti, particolarmente belli e significativi , un percorso creativo ed artistico del grande stlista protratto lungo una carriera professionale di 48 anni.
Ma la raffinata e geniale mostra , curata da Pamela Golbin , ci porterà a conoscere anche molti aspetti privati e gelosi del grande Valentino , vita affettiva compresa.
L'influenza dei maestri fiamminghi nella Firenze del '400
Giovedì 19 giugno 2008 si inaugura ufficialmente una grande mostra alla presenza di molte autorità olandesi ed italiane ,per celebrare l’importanza delle scuole pittoriche dei Paesi Bassi in Italia nel quattrocento , in particolare a Firenze presso la corte dei Medici.
Firenze e gli antichi Paesi Bassi (1430 - 1530)
Tra Jan van Eyck e Raffaello
Palazzo Pitti, Galleria Palatina | 20 giugno - 26 ottobre
La pittura con la tecnica ad olio ottiene in quel periodo grandi risultati con Jan van Eyck , imitata da molti altri maestri del Nord Europa che trovano facile mercato nella Firenze che aveva già accreditato molti suoi emissari commerciali e bancari a Bruges . Questi “fiorentini all’estero “ agirono già in quei tempi da intermediari artistici acquistando opere destinate a dar lustro alle chiese, ai palazzi, alle ville fiorentine, o alle loro proprie abitazioni e cappelle in Firenze e al Nord.
La presenza a Firenze di capolavori di Jan van Eyck, Rogier van der Weyden, Hans Memling, nonché di vari altri maestri degli antichi Paesi Bassi, e in particolare l’opera più celebre e più monumentale, il Trittico Portinari di Hugo van der Goes arrivato nella chiesa di Sant’Egidio nel 1483, ebbe grande risonanza nell’ambiente artistico locale. Dal Beato Angelico e da Filippo Lippi a Botticelli, Leonardo, Perugino e Ghirlandaio, da Lorenzo di Credi a Fra’ Bartolomeo, fino a Raffaello, Andrea del Sarto e Pontormo ebbero modo di apprezzare e confrontarsi con questi nuovi stili pittorici.
La mostra si propone di offrire una panoramica delle opere nederlandesi presenti a Firenze nel periodo 1430-1530, attraverso una scelta mirata di capolavori dei grandi maestri da Jan van Eyck a Luca di Leida, commissionati e acquistati dai banchieri e mercanti fiorentini impegnati per i loro affari a Bruges. La mostra propone insieme una serie di dipinti e miniature di artisti fiorentini contemporanei, per illustrare la risposta (anzi le risposte) degli artisti locali con proprie soluzioni pittoriche ( opere di Andrea del Castagno, del Ghirlandaio, del Botticelli, del Perugino, di Raffaello).
La mostra celebra anche il cinquantesimo anniversario dell’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte a Firenze ; durante il mezzo secolo della sua esistenza, questa istituzione ha fatto dello studio sistematico dell’arte fiamminga e olandese nei suoi rapporti reciproci con l’arte italiana, una fondamentale e costante componente del suo programma di ricerca.
Il confronto diretto fra capolavori delle scuole pittoriche fiorentine e degli antichi Paesi Bassi nel periodo scelto, che produsse opere tra le massime espressioni della pittura europea, viene proposto per la prima volta con il duplice scopo di verificare l’effettiva realtà dei reciproci influssi ma anche la sostanziale autonomia stilistica delle due scuole.
Pochi giorni dopo , il 25 giugno 2008 sarà inaugurata una seconda mostra agli Uffizi sempre dedicata ai maestri olandesi e fiamminghi dal titolo
Fiamminghi e Olandesi a Firenze
Disegni dalle collezioni degli Uffizi che terminerà il 2 settembre 2008
Con ingresso gratuito si potranno ammirare lavori di Luca de Leida, Jan Gossaert , Pieter Breugel il vrcchio , Bartolomaeus Spranger, Mathijs e Paul Bril , Pietro Paolo Rubens , Anthonie Van Dyck ed altri.
L’influenza dei maestri fiamminghi nella Firenze del ‘400.
Giovedì 19 giugno 2008 si inaugura ufficialmente una grande mostra alla presenza di molte autorità olandesi ed italiane ,per celebrare l’importanza delle scuole pittoriche dei Paesi Bassi in Italia nel quattrocento , in particolare a Firenze presso la corte dei Medici.
Firenze e gli antichi Paesi Bassi (1430 - 1530)
Tra Jan van Eyck e Raffaello
Palazzo Pitti, Galleria Palatina | 20 giugno - 26 ottobre
La pittura con la tecnica ad olio ottiene in quel periodo grandi risultati con Jan van Eyck , imitata da molti altri maestri del Nord Europa che trovano facile mercato nella Firenze che aveva già accreditato molti suoi emissari commerciali e bancari a Bruges . Questi “fiorentini all’estero “ agirono già in quei tempi da intermediari artistici acquistando opere destinate a dar lustro alle chiese, ai palazzi, alle ville fiorentine, o alle loro proprie abitazioni e cappelle in Firenze e al Nord.
La presenza a Firenze di capolavori di Jan van Eyck, Rogier van der Weyden, Hans Memling, nonché di vari altri maestri degli antichi Paesi Bassi, e in particolare l’opera più celebre e più monumentale, il Trittico Portinari di Hugo van der Goes arrivato nella chiesa di Sant’Egidio nel 1483, ebbe grande risonanza nell’ambiente artistico locale. Dal Beato Angelico e da Filippo Lippi a Botticelli, Leonardo, Perugino e Ghirlandaio, da Lorenzo di Credi a Fra’ Bartolomeo, fino a Raffaello, Andrea del Sarto e Pontormo ebbero modo di apprezzare e confrontarsi con questi nuovi stili pittorici.
La mostra si propone di offrire una panoramica delle opere neerlandesi presenti a Firenze nel periodo 1430-1530, attraverso una scelta mirata di capolavori dei grandi maestri da Jan van Eyck a Luca di Leida, commissionati e acquistati dai banchieri e mercanti fiorentini impegnati per i loro affari a Bruges. La mostra propone insieme una serie di dipinti e miniature di artisti fiorentini contemporanei, per illustrare la risposta (anzi le risposte) degli artisti locali con proprie soluzioni pittoriche . ( opere di Andrea del Castagno, del Ghirlandaio, del Botticelli, del Perugino, di Raffaello)..
La mostra celebra anche il cinquantesimo anniversario dell’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte a Firenze, durante il mezzo secolo della sua esistenza, questa istituzione ha fatto dello studio sistematico dell’arte fiamminga e olandese nei suoi rapporti reciproci con l’arte italiana, una fondamentale e costante componente del suo programma di ricerca.
Il confronto diretto fra capolavori delle scuole pittoriche fiorentine e degli antichi Paesi Bassi nel periodo scelto, che produsse opere tra le massime espressioni della pittura europea, viene proposto per la prima volta con il duplice scopo di verificare l’effettiva realtà dei reciproci influssi ma anche la sostanziale autonomia stilistica delle due scuole.
Pochi giorni dopo , il 25 giugno 2008 sarà inaugurata una seconda mostra agli Uffizi sempre dedicata ai maestri olandesi e fiamminghi dal titolo
Fiamminghi e Olandesi a Firenze
Disegni dalle collezioni degli Uffizi che terminerà il 2 settembre 2008
Con ingresso gratuito si potranno ammirare lavori di Luca de Leida, Jan Gossaert , Pieter Breugel il vrcchio , Bartolomaeus Spranger, Mathijs e Paul Bril , Pietro Paolo Rubens , Anthonie Van Dyck ed altri
giovedì 12 giugno 2008
" L'Eredità di Giotto " in mostra a Firenze
Fino al 2 novembre 2008 è possibile visitare due eccezionali mostre che dimostrano con grande sinergia come l’eredità artistica di Giotto ( 1267-1337) innescò il primato culturale mondiale di Firenze.
Agli Uffizi “L’eredità di Giotto –L’arte a Firenze tra il 1340 e il 1375 “ propone opere di Giotto, Pisano , Arnoldi, Taddeo e Agnolo Gaddi ; alla Galleria dell’Accademia “ L’eredità di Giotto e Giovanni da Milano “ dedicata in particolare a Giovanni da Milano che si ispirò a Giotto.
L’eredità di Giotto in due mostre a Firenze
Fino al 2 novembre 2008 è possibile visitare due eccezionali mostre che dimostrano con grande sinergia come l’eredità artistica di Giotto ( 1267-1337) innescò il primato culturale mondiale di Firenze.
Agli Uffizi “L’eredità di Giotto –L’arte a Firenze tra il 1340 e il 1375 “ propone opere di Giotto, Pisano , Arnoldi, Taddeo e Agnolo Gaddi ; alla Galleria dell’Accademia “ L’eredità di Giotto e Giovanni da Milano “ dedicata in particolare a Giovanni da Milano che si ispirò a Giotto.
mercoledì 11 giugno 2008
Perché in Italia il nucleare è figlio del diavolo ?
Trofim Denisovič Lysenko (1898 –1976)è stato un agronomo e biologo sovietico .
Presidente della Accademio delle Scienze Agricole dell’Unione Sovietica , dal 1938 al 1959 e dal 1961 al 1962,
durante gli anni trenta fu il principale propugnatore di una visione politicizzata della biologia che durò in URSS fino agli anni sessanta Furono celebri le sue battaglie contro la scienza accademica, i principi classici della genetica e le leggi di Mendel Sosteneva, con l'appoggio di Stalin una teoria neoLamarkista secondo la quale l'eredità dei caratteri sarebbe influenzata esclusivamente da fattori ambientali e le sue teorie, oggi completamente screditate, applicate all’agricoltura sovietica, causarono risultati fallimentari.
E’ il caso di aggiungere e sottolineare come in quel triste periodo storico il regime comunista non solo sostenne le idee scientifiche di Lysenko , ma osteggiò in maniera feroce gli altri scienziati russi che tentarono di dimostrare l’infondatezza di tali teorie.
La storia si ripete a distanza di qualche decennio anche in Italia , dove è stato rifiutato il nucleare dalla sinistra italiana ( in particolare quella ecologista ) portando avanti con acredine una campagna di disinformazione che non cede il passo ad un ravvedimento neanche ora che in Europa siamo letteralmente circondati da oltre trenta anni da svariate decine di centrali nucleari che forniscono anche a noi l’energia elettrica a caro prezzo.
Leggo sulla prima pagina del quotidiano la Repubblica dell’11 giugno 2008 un articolo titolato “ Una centrale ad aquiloni per sfidare il nucleare “che evidenzia molto bene il tono ancora di aperta sfida nei confronti del nucleare.
Non viene ancora accettato il criterio che le energie alternative e rinnovabili ( eolica , solare , ecc) sono forme integrative al nucleare e non sostitutive che certamente debbono essere sviluppate e diffuse il più possibile.
Perché in Italia il nucleare è figlio del diavolo ?
Trofim Denisovič Lysenko (1898 –1976)è stato un agronomo e biologo sovietico .
Presidente della Accademio delle Scienze Agricole dell’Unione Sovietica , dal 1938 al 1959 e dal 1961 al 1962,
durante gli anni trenta fu il principale propugnatore di una visione politicizzata della biologia che durò in URSS fino agli anni sessanta Furono celebri le sue battaglie contro la scienza accademica, i principi classici della genetica e le leggi di Mendel Sosteneva, con l'appoggio di Stalin una teoria neoLamarkista secondo la quale l'eredità dei caratteri sarebbe influenzata esclusivamente da fattori ambientali e le sue teorie, oggi completamente screditate, applicate all’agricoltura sovietica, causarono risultati fallimentari.
E’ il caso di aggiungere e sottolineare come in quel triste periodo storico il regime comunista non solo sostenne le idee scientifiche di Lysenko , ma osteggiò in maniera feroce gli altri scienziati russi che tentarono di dimostrare l’infondatezza di tali teorie.
La storia si ripete a distanza di qualche decennio anche in Italia , dove è stato rifiutato il nucleare dalla sinistra italiana ( in particolare quella ecologista ) portando avanti con acredine una campagna di disinformazione che non cede il passo ad un ravvedimento neanche ora che in Europa siamo letteralmente circondati da oltre trenta anni da svariate decine di centrali nucleari che forniscono anche a noi l’energia elettrica a caro prezzo.
Leggo sulla prima pagina del quotidiano la Repubblica dell’11 giugno 2008 un articolo titolato “ Una centrale ad aquiloni per sfidare il nucleare “che evidenzia molto bene il tono ancora di aperta sfida nei confronti del nucleare.
Non viene ancora accettato il criterio che le energie alternative e rinnovabili ( eolica , solare , ecc) sono forme integrative al nucleare e non sostitutive che certamente debbono essere sviluppate e diffuse il più possibile.
martedì 10 giugno 2008
Caccia all’albino in Tanzania
L'albinismo è un'anomalia ereditaria consistente nella deficienza di pigmentazione melaninica nella pelle, nell'iride e nella coroide , nei peli e nei capelli.
L'albinismo è un fenotipo recessivo e pertanto si manifesta in individui nati dall'incrocio di due genitori entrambi albini o eterozigoti.
Coloro che sono affetti da albinismo possono subire danni esponendosi alla luce solare e sovente mostrano problemi visivi, ma dal momento che la melanina protegge la pelle dai danni provocati dalla esposizione alla luce solare , nascere albini in Africa è il colmo della sfortuna i cui limiti si conoscono ancora meglio oggi , dopo avere letto un articolo di Jeffrey Gettleman sul New York Times dell’8 giugno 2008.
Prima di tutto è difficile passare inosservati in un continente dove tutti sono “ neri “ , ma in Tanzania ed ultimamente anche in Kenya è nata una grave e pericolosa discriminazione contro gli sfortunati affetti da albinismo , che in Africa colpisce una persona su 3000 circa. In particolare la pericolosità è aumentata in questi ultimi anni (19 morti albini in Tanzania in un anno ) da quando si è diffusa la credenza superstiziosa che gli albini sono creature super fortunate , per cui porta particolarmente bene bere pozioni magiche ottenute con infusi contenenti parti di tessuti prelevati ad umani-albini e la pesca in mare è letteralmente miracolosa legando ciocche di capelli di albino alle reti.
Insomma , essere diverso è sempre un problema per tutti , ma qui in Africa , leggendo il bellissimo articolo di Gettleman , si capisce come vive una creatura umana braccata come animale al quale si vuole prelevare con mutilazione un pezzo anatomico da vendere o mostrare come feticcio porta fortuna.
Caccia all’albino in Tanzania
L'albinismo è un'anomalia ereditaria consistente nella deficienza di pigmentazione melaninica nella pelle, nell'iride e nella coroide , nei peli e nei capelli.
L'albinismo è un fenotipo recessivo e pertanto si manifesta in individui nati dall'incrocio di due genitori entrambi albini o eterozigoti.
Coloro che sono affetti da albinismo possono subire danni esponendosi alla luce solare e sovente mostrano problemi visivi, ma dal momento che la melanina protegge la pelle dai danni provocati dalla esposizione alla luce solare , nascere albini in Africa è il colmo della sfortuna i cui limiti si conoscono ancora meglio oggi , dopo avere letto un articolo di Jeffrey Gettleman sul New York Times dell’8 giugno 2008.
Prima di tutto è difficile passare inosservati in un continente dove tutti sono “ neri “ , ma in Tanzania ed ultimamente anche in Kenya è nata una grave e pericolosa discriminazione contro gli sfortunati affetti da albinismo , che in Africa colpisce una persona su 3000 circa. In particolare la pericolosità è aumentata in questi ultimi anni (19 morti albini in Tanzania in un anno ) da quando si è diffusa la credenza superstiziosa che gli albini sono creature super fortunate , per cui porta particolarmente bene bere pozioni magiche ottenute con infusi contenenti parti di tessuti prelevati ad umani-albini e la pesca in mare è letteralmente miracolosa legando ciocche di capelli di albino alle reti.
Insomma , essere diverso è sempre un problema per tutti , ma qui in Africa , leggendo il bellissimo articolo di Gettleman , si capisce come vive una creatura umana braccata come animale al quale si vuole prelevare con mutilazione un pezzo anatomico da vendere o mostrare come feticcio porta fortuna.
domenica 8 giugno 2008
Leonardo in formato digitale
A Vinci ( Firenze ) nella Chiesa di Santa Croce il 7 giugno è stata inaugurata una mostra intitolata “ L’impossibile Leonardo . L’opera pittorica di Leonardo da Vinci nell’epoca della sua riproducibilità digitale “ .
In pratica l’idea , nata alla RAI e organizzata dal Comune di Vinci consiste nell’esporre opere digitali dei principali capolavori di Leonardo sparsi in tutto il mondo ed oggi difficilmente raggruppabili in una unica mostra a causa degli enormi costi assicurativi richiesti ai musei.
Sono esposte al pubblico le riproduzioni in scala 1/1 ad altissima risoluzione quindici capolavori leonardeschi, tra cui la Gioconda, la Vergine delle Rocce, la Dama con l’ermellino, e la celeberrima Ultima Cena del refettorio milanese di Santa Maria delle Grazie. L’esposizione è parte del progetto «Le mostre impossibili», ideato e diretto da Renato Parascandolo, e realizzato presso il Centro di Produzione Tv della Rai di Napoli.
In pratica ogni quadro viene riprodotto per trasparenza su una diapositiva delle dimensioni della tela originale , priva di cornice, retroilluminata da una luce diffusa da quattro faretti e sospesa a un’intelaiatura hi-tech oltre ad essere collocata in una scenografia didattica che illustra contesto storico e genesi di ciascuna opera. Un dato tecnico interessante deriva anche dal fatto che in questo modo, per trasparenza, è possibile vedere cancellazioni sottostanti, dovute ai ripensamenti dell’artista, assolutamente invisibili nel dipinto originale.
Assistiti da critici d’arte e di specialisti del restauro, i tecnici della Rai hanno messo a punto un procedimento di stampa delle diapositive originali che ha consentito di ottenere risultati straordinari comparabili alle riproduzioni ad alta fedeltà per i brani musicali.
Leonardo in formato digitale
A Vinci ( Firenze ) nella Chiesa di Santa Croce il 7 giugno è stata inaugurata una mostra intitolata “ L’impossibile Leonardo . L’opera pittorica di Leonardo da Vinci nell’epoca della sua riproducibilità digitale “ .
In pratica l’idea , nata alla RAI e organizzata dal Comune di Vinci consiste nell’esporre opere digitali dei principali capolavori di Leonardo sparsi in tutto il mondo ed oggi difficilmente raggruppabili in una unica mostra a causa degli enormi costi assicurativi richiesti ai musei.
Sono esposte al pubblico le riproduzioni in scala 1/1 ad altissima risoluzione quindici capolavori leonardeschi, tra cui la Gioconda, la Vergine delle Rocce, la Dama con l’ermellino, e la celeberrima Ultima Cena del refettorio milanese di Santa Maria delle Grazie. L’esposizione è parte del progetto «Le mostre impossibili», ideato e diretto da Renato Parascandolo, e realizzato presso il Centro di Produzione Tv della Rai di Napoli.
In pratica ogni quadro viene riprodotto per trasparenza su una diapositiva delle dimensioni della tela originale , priva di cornice, retroilluminata da una luce diffusa da quattro faretti e sospesa a un’intelaiatura hi-tech oltre ad essere collocata in una scenografia didattica che illustra contesto storico e genesi di ciascuna opera. Un dato tecnico interessante deriva anche dal fatto che in questo modo, per trasparenza, è possibile vedere cancellazioni sottostanti, dovute ai ripensamenti dell’artista, assolutamente invisibili nel dipinto originale.
Assistiti da critici d’arte e di specialisti del restauro, i tecnici della Rai hanno messo a punto un procedimento di stampa delle diapositive originali che ha consentito di ottenere risultati straordinari comparabili alle riproduzioni ad alta fedeltà per i brani musicali.
Leonardo in formato digitale
A Vinci ( Firenze ) nella Chiesa di Santa Croce il 7 giugno è stata inaugurata una mostra intitolata “ L’impossibile Leonardo . L’opera pittorica di Leonardo da Vinci nell’epoca della sua riproducibilità digitale “ .
In pratica l’idea , nata alla RAI e organizzata dal Comune di Vinci consiste nell’esporre opere digitali dei principali capolavori di Leonardo sparsi in tutto il mondo ed oggi difficilmente raggruppabili in una unica mostra a causa degli enormi costi assicurativi richiesti ai musei.
Sono esposte al pubblico le riproduzioni in scala 1/1 ad altissima risoluzione quindici capolavori leonardeschi, tra cui la Gioconda, la Vergine delle Rocce, la Dama con l’ermellino, e la celeberrima Ultima Cena del refettorio milanese di Santa Maria delle Grazie. L’esposizione è parte del progetto «Le mostre impossibili», ideato e diretto da Renato Parascandolo, e realizzato presso il Centro di Produzione Tv della Rai di Napoli.
In pratica ogni quadro viene riprodotto per trasparenza su una diapositiva delle dimensioni della tela originale , priva di cornice, retroilluminata da una luce diffusa da quattro faretti e sospesa a un’intelaiatura hi-tech oltre ad essere collocata in una scenografia didattica che illustra contesto storico e genesi di ciascuna opera. Un dato tecnico interessante deriva anche dal fatto che in questo modo, per trasparenza, è possibile vedere cancellazioni sottostanti, dovute ai ripensamenti dell’artista, assolutamente invisibili nel dipinto originale.
Assistiti da critici d’arte e di specialisti del restauro, i tecnici della Rai hanno messo a punto un procedimento di stampa delle diapositive originali che ha consentito di ottenere risultati straordinari comparabili alle riproduzioni ad alta fedeltà per i brani musicali.
sabato 7 giugno 2008
A Genova musiche e sapori in tutte le salse
10° Festival delle Culture
Suq a Genova
7-21 giugno 2008
Piazza delle Feste Porto Antico Genova
dalle ore 16 alle 24 Ingresso libero
Artisti di tutto il mondo si ritrovano a Genova in queste due settimane per confrontarsi e fare conoscere a tutti la magia dei ritmi africani, portoghesi e latini.
La festa è stata aperta da Karin Mensah famosa cantante capoverdiana regina del soul e del Jazz ed il pubblico ha avuto anche la gradita sorpresa di potersi immergere nei gusti e sapori esotici proposti da 12 ristoranti che permetteranno di assaporare e degustare piatti tipici di 25 paesi del mondo , dall’Africa , all’Asia , all’America latina. E ‘ chiaro che questo festival è una bella occasione per conoscere culture diverse e sentire più familiari persone di etnie lontane che oggi ci vivono vicini.
Il programma completo lo trovate su www.chanceeventi.it . Solo qualche perla : Pippo Del Bono legge le poesie di un poeta palestinese ; in scena “ La Nave Fantasma “ un bel lavoro di Renato Sarti e Bobo Storti che parla del naufragio di una nave di extracomunitari e “ Gli stranieri portano fortuna “ spettacolo ispirato ai cantastorie dell’Africa occidentale .
Suq a Genova
7-21 giugno 2008
Piazza delle Feste Porto Antico Genova
dalle ore 16 alle 24 Ingresso libero
Artisti di tutto il mondo si ritrovano a Genova in queste due settimane per confrontarsi e fare conoscere a tutti la magia dei ritmi africani, portoghesi e latini.
La festa è stata aperta da Karin Mensah famosa cantante capoverdiana regina del soul e del Jazz ed il pubblico ha avuto anche la gradita sorpresa di potersi immergere nei gusti e sapori esotici proposti da 12 ristoranti che permetteranno di assaporare e degustare piatti tipici di 25 paesi del mondo , dall’Africa , all’Asia , all’America latina. E ‘ chiaro che questo festival è una bella occasione per conoscere culture diverse e sentire più familiari persone di etnie lontane che oggi ci vivono vicini.
Il programma completo lo trovate su www.chanceeventi.it . Solo qualche perla : Pippo Del Bono legge le poesie di un poeta palestinese ; in scena “ La Nave Fantasma “ un bel lavoro di Renato Sarti e Bobo Storti che parla del naufragio di una nave di extracomunitari e “ Gli stranieri portano fortuna “ spettacolo ispirato ai cantastorie dell’Africa occidentale .
10° Festival delle Culture Suq a Genova
Dal 7 al 21 Giugno 2008
Piazza delle Feste Porto Antico Genova
dalle ore 16 alle 24 Ingresso libero
Artisti di tutto il mondo si ritrovano a Genova in queste due settimane per confrontarsi e fare conoscere a tutti la magia dei ritmi africani, portoghesi e latini.
La festa è stata aperta da Karin Mensah famosa cantante capoverdiana regina del soul e del Jazz ed il pubblico ha avuto anche la gradita sorpresa di potersi immergere nei gusti e sapori esotici proposti da 12 ristoranti che permetteranno di assaporare e degustare piatti tipici di 25 paesi del mondo , dall’Africa , all’Asia , all’America latina. E ‘ chiaro che questo festival è una bella occasione per conoscere culture diverse e sentire più familiari persone di etnie lontane che oggi ci vivono vicini.
Il programma completo lo trovate su www.chanceeventi.it . Solo qualche perla : Pippo Del Bono legge le poesie di un poeta palestinese ; in scena “ La Nave Fantasma “ un bel lavoro di Renato Sarti e Bobo Storti che parla del naufragio di una nave di extracomunitari e “ Gli stranieri portano fortuna “ spettacolo ispirato ai cantastorie dell’Africa occidentale ( griot).
src="http://pagead2.googlesyndication.com/pagead/show_ads.js">
Piazza delle Feste Porto Antico Genova
dalle ore 16 alle 24 Ingresso libero
Artisti di tutto il mondo si ritrovano a Genova in queste due settimane per confrontarsi e fare conoscere a tutti la magia dei ritmi africani, portoghesi e latini.
La festa è stata aperta da Karin Mensah famosa cantante capoverdiana regina del soul e del Jazz ed il pubblico ha avuto anche la gradita sorpresa di potersi immergere nei gusti e sapori esotici proposti da 12 ristoranti che permetteranno di assaporare e degustare piatti tipici di 25 paesi del mondo , dall’Africa , all’Asia , all’America latina. E ‘ chiaro che questo festival è una bella occasione per conoscere culture diverse e sentire più familiari persone di etnie lontane che oggi ci vivono vicini.
Il programma completo lo trovate su www.chanceeventi.it . Solo qualche perla : Pippo Del Bono legge le poesie di un poeta palestinese ; in scena “ La Nave Fantasma “ un bel lavoro di Renato Sarti e Bobo Storti che parla del naufragio di una nave di extracomunitari e “ Gli stranieri portano fortuna “ spettacolo ispirato ai cantastorie dell’Africa occidentale ( griot).
src="http://pagead2.googlesyndication.com/pagead/show_ads.js">
10° Festival delle Culture Suq a Genova
Dal 7 al 21 Giugno 2008
Piazza delle Feste Porto Antico Genova
dalle ore 16 alle 24 Ingresso libero
Artisti di tutto il mondo si ritrovano a Genova in queste due settimane per confrontarsi e fare conoscere a tutti la magia dei ritmi africani, portoghesi e latini.
La festa è stata aperta da Karin Mensah famosa cantante capoverdiana regina del soul e del Jazz ed il pubblico ha avuto anche la gradita sorpresa di potersi immergere nei gusti e sapori esotici proposti da 12 ristoranti che permetteranno di assaporare e degustare piatti tipici di 25 paesi del mondo , dall’Africa , all’Asia , all’America latina. E ‘ chiaro che questo festival è una bella occasione per conoscere culture diverse e sentire più familiari persone di etnie lontane che oggi ci vivono vicini.
Il programma completo lo trovate su www.chanceeventi.it . Solo qualche perla : Pippo Del Bono legge le poesie di un poeta palestinese ; in scena “ La Nave Fantasma “ un bel lavoro di Renato Sarti e Bobo Storti che parla del naufragio di una nave di extracomunitari e “ Gli stranieri portano fortuna “ spettacolo ispirato ai cantastorie dell’Africa occidentale ( griot).
src="http://pagead2.googlesyndication.com/pagead/show_ads.js">
Piazza delle Feste Porto Antico Genova
dalle ore 16 alle 24 Ingresso libero
Artisti di tutto il mondo si ritrovano a Genova in queste due settimane per confrontarsi e fare conoscere a tutti la magia dei ritmi africani, portoghesi e latini.
La festa è stata aperta da Karin Mensah famosa cantante capoverdiana regina del soul e del Jazz ed il pubblico ha avuto anche la gradita sorpresa di potersi immergere nei gusti e sapori esotici proposti da 12 ristoranti che permetteranno di assaporare e degustare piatti tipici di 25 paesi del mondo , dall’Africa , all’Asia , all’America latina. E ‘ chiaro che questo festival è una bella occasione per conoscere culture diverse e sentire più familiari persone di etnie lontane che oggi ci vivono vicini.
Il programma completo lo trovate su www.chanceeventi.it . Solo qualche perla : Pippo Del Bono legge le poesie di un poeta palestinese ; in scena “ La Nave Fantasma “ un bel lavoro di Renato Sarti e Bobo Storti che parla del naufragio di una nave di extracomunitari e “ Gli stranieri portano fortuna “ spettacolo ispirato ai cantastorie dell’Africa occidentale ( griot).
src="http://pagead2.googlesyndication.com/pagead/show_ads.js">
venerdì 6 giugno 2008
Se piove , se non ti piace il mare ,se vuoi solleticarti i cinque sensi e l’anima , VAI AL CINEMA
In questi giorni arriva nelle sale cinematografiche un film , presentato al Festival di Berlino nella sezione Panorama dove ha ricevuto apprezzamenti lusinghieri pur rappresentando un prodotto di “ nicchia “ che talvolta è garanzia di qualità e quasi sempre di originalità.
I registi e produttori della pellicola 35 mm a colori della durata di 85’ sono Davide Sordella e Pablo Benedetti che sulle locandine si firmano “ Kiff Kossof “( in lingua araba vuole dire eclisse )
Un tema intrigante quello del film " Corazones De Mujer " , ma non boccaccesco : una promessa sposa araba che vive a Torino e deve recuperare la verginità perduta intraprende un lungo viaggio da Torino a Casablanca su un vecchio spider Alfa Romeo insieme ad un sarto travestito marocchino. Si dice che la storia sia vera , il sarto dal nome Shakira ,interpretato da Aziz Amehri conosce la promessa sposa ,Ghiziane Waldi, alla quale deve confezionare il vestito ma Zina , questo il nome della giovane ragazza araba ,gli confessa di aveva già perso la verginità e nel mondo arabo non è permesso.
Nasce così l’idea di un intervento “ riparatore “………. ed il resto non sono oscenità ma poesia .
Che peccato , abbiamo mancato la democrazia per un soffio!
Letture quotidiane : disegno di legge per reato di immigrazione clandestina , rom da riaccompagnare al mittente ( se esiste!) , espulsione per le prostitute ,raccolta spazzatura sparsa per le strade , debiti scolastici degli studenti da colmare entro il 31 agosto prossimo , ( pena la bocciatura ), controllo di cittadini esuberanti (sportivi e banditi) e così via .
Qualcuno osserverà: per forza, al governo è subentrata una coalizione di destra. Non basta a giustificare e comprendere un simile capovolgimento culturale e civile, oltretutto accolto con apprezzamento e disinvoltura da buona parte dei cittadini. Siamo in presenza di prodotti finiti (male) realizzati da una cultura idealista , permissiva e sognatrice che debbono essere precipitosamente rottamati . Il problema sta proprio nella velocità con cui il governo riuscirà a rimuovere dalla società i frutti di tanta speranza e di tanta vergogna. Se le cose fossero state realizzate un po’ meglio i rom avrebbero ottenuto un civile inserimento nella nostra società , le prostitute avrebbero iniziato una decorosa ed utilissima attività protetta , i cittadini extracomunitari non avrebbero più avuto bisogno di organizzazioni malavitose per raggiungero il territorio italiano , gli studenti con i debiti formativi sarebbero stati una percentuale accettabile , gli sportivi avrebbero portato i loro bambini allo stadio e perfino l’Alitalia avrebbe trovato magari
un decoroso acquirente nazionale o estero.
Ma cosa è mancato negli anni scorsi ai precedenti governi ( di destra e di sinistra ) per centrare gli obbiettivi ? Semplice : pretendere da “tutti “(*) diritti e doveri in ugual misura .
(*) Per” tutti “ si intendono : cittadini italiani , extracomunitari , rom , belli, brutti , studenti ,tifosi eccitati , lavoratori , puttane , gay , poeti , santi e navigatori ed
altre categorie.
giovedì 5 giugno 2008
Se l'Italia dice no al nucleare siamo al sicuro ?
L’ennesimo incidente nucleare , fortunatamente di lieve pericolosità , avvenuto nella centrale slovena di KrsKo ripropone in tutta la sua drammaticità il problema della scelta nucleare per l’Italia. Prima di formulare ipotesi e giudizi procediamo però con rigore scientifico , cioè prima esponiamo i dati sensibili del problema.
In caso di incidente nucleare con fuoriuscita di radioattività c’è da tenere presente il fallout cioè la ricaduta radioattiva,
che arriva facilmente a centinaia di chilometri di distanza.
Ovviamente non si può stabilire a priori le dimensioni del raggio del fallout primario e le dimensioni radiali del fallaut seconadario che dipendono da molte variabili fisiche ed ambientali.
Comunque è vero che vicino ai nostri confini geografici si trovano diverse centrali nucleari che in caso di incidente rappresentano un pericolo certo .
Tralascio le altre centrali nucleari presenti in altri paesi europei che trovandosi a distanza maggiore dall’Italia potrebbero però
rappresentare ugualmente una minaccia anche per l’Italia in caso di incidenti gravi accompagnati dalla contemporanea fatalità di venti che potrebbero spingere il pulviscolo radiattivo verso di noi. La centrale slovena di Krsko si trova a 135 km da Trieste e mi sembrerebbe ovvio nel diritto internazionale ed a maggiore ragione in quello europeo che le scelte di installazioni di centrali nucleari fossero demandate a tutti quei paesi che si trovano nella sfera di influenza della stesse.
In questa ottica mi sembra fuori luogo discutere in Italia di eventuali installazioni nucleari , nella speranza di salvaguardare i propri cittadini dai fattori eventualmente negativi del nucleare.
Compriamo l’energia prodotta dalle centrali nucleari estere ed in caso di incidente potremmo esserne ugualmente coinvolti .
Ed allora che scelta sono chiamati a fare i nostri governanti ?
Centrali Nucleari : un problema di diritto internazionale
L’ennesimo incidente nucleare , fortunatamente di lieve pericolosità , avvenuto nella centrale slovena di KrsKo ripropone in tutta la sua drammaticità il problema della scelta nucleare per l’Italia. Prima di formulare ipotesi e giudizi procediamo però con rigore scientifico , cioè prima esponiamo i dati sensibili del problema.
In caso di incidente nucleare con fuoriuscita di radioattività c’è da tenere presente il fallout cioè la ricaduta radioattiva,
che avviene secondo lo schema accluso.
Ovviamente non si può stabilire a priori le dimensioni del raggio del fallout primario e le dimensioni radiali del fallaut seconadario che dipendono da molte variabili fisiche ed ambientali.
Comunque è vero che vicino ai nostri confini geografici si trovano diverse centrali nucleari che in caso di incidente rappresentano un pericolo certo .
Germania
Slovenia
Francia
Tralascio le altre centrali nucleari presenti in altri paesi europei che trovandosi a distanza maggiore dall’Italia potrebbero però
rappresentare ugualmente una minaccia anche per l’Italia in caso di incidenti gravi accompagnati dalla contemporanea fatalità di venti che potrebbero spingere il pulviscolo radiattivo verso di noi. La centrale slovena di Krsko si trova a 135 km da Trieste e mi sembrerebbe ovvio nel diritto internazionale ed a maggiore ragione in quello europeo che le scelte di installazioni di centrali nucleari fossero demandate a tutti quei paesi che si trovano nella sfera di influenza della stesse.
In questa ottica mi sembra fuori luogo discutere in Italia di eventuali installazioni nucleari , nella speranza di salvaguardare i propri cittadini dai fattori eventualmente negativi del nucleare.
Compriamo l’energia prodotta dalle centrali nucleari estere ed in caso di incidente potremmo esserne ugualmente coinvolti .
Ed allora che scelta sono chiamati a fare i nostri governanti ?
In caso di incidente nucleare con fuoriuscita di radioattività c’è da tenere presente il fallout cioè la ricaduta radioattiva,
che avviene secondo lo schema accluso.
Ovviamente non si può stabilire a priori le dimensioni del raggio del fallout primario e le dimensioni radiali del fallaut seconadario che dipendono da molte variabili fisiche ed ambientali.
Comunque è vero che vicino ai nostri confini geografici si trovano diverse centrali nucleari che in caso di incidente rappresentano un pericolo certo .
Germania
Slovenia
Francia
Tralascio le altre centrali nucleari presenti in altri paesi europei che trovandosi a distanza maggiore dall’Italia potrebbero però
rappresentare ugualmente una minaccia anche per l’Italia in caso di incidenti gravi accompagnati dalla contemporanea fatalità di venti che potrebbero spingere il pulviscolo radiattivo verso di noi. La centrale slovena di Krsko si trova a 135 km da Trieste e mi sembrerebbe ovvio nel diritto internazionale ed a maggiore ragione in quello europeo che le scelte di installazioni di centrali nucleari fossero demandate a tutti quei paesi che si trovano nella sfera di influenza della stesse.
In questa ottica mi sembra fuori luogo discutere in Italia di eventuali installazioni nucleari , nella speranza di salvaguardare i propri cittadini dai fattori eventualmente negativi del nucleare.
Compriamo l’energia prodotta dalle centrali nucleari estere ed in caso di incidente potremmo esserne ugualmente coinvolti .
Ed allora che scelta sono chiamati a fare i nostri governanti ?
mercoledì 4 giugno 2008
Alla FAO cominciamo a dirci la verità !
Al vertice della FAO di Roma i vari interventi che si susseguono con ritmo incalzante e con toni progressivamente alti destano in me la popolare e veritiera considerazione :“ si gira intorno al problema senza volerlo affrontare “.
La fame nel mondo c’è sempre stata perché si studiava perfino sui testi scolastici di molti anni fa che 1/5 circa della popolazione mondiale si spartiva oltre l’80% delle risorse globali del pianeta . Il problema è che il numero di bocche che vogliono ora (anni 2000 ) “ il primo ed il companatico “ sono 1 miliardo e mezzo di più rispetto a pochi anni fa perché in poche parole l’economia di Cina ed India permette ai loro cittadini di potere comprare tali risorse. Questo sta facendo lievitare i prezzi dei generi alimentari e non solo. Poi si aggiunge anche la necessità di convogliare grandi quantità di materia vegetale per produrre biocarburanti per contrastare l’ascesa del prezzo del petrolio e diminuire l’impatto ambientale.
In questi anni oltre il 99% della popolazione terrestre vive in regimi di economia di mercato molto sbilanciati verso il capitalismo più sfrenato. Perfino l’ex pontefice Woityla si era anzitempo accorto di questa micidiale bomba ad orologeria innescata , dopo avere contribuito in maniera determinante a debellare
Il comunismo con le relative economie di piano fallimentari.
Al vertice Fao sarebbe necessario che qualcuno cominciasse a fare notare che la semplice regoletta economica derivante dalla legge della domanda e dell’offerta
porta alla rovina il sistema stesso quando si altera ( come è già avvenuto ) troppo l’equilibrio tra chi chiede e chi offre.
Non dico certamente di smantellare l’intero sistema economico-finanziario mondiale , sarebbe solo una visione utopistica del problema e delle relative soluzioni , ma chiedo se sarebbe saggio cominciare a regolamentare per legge con pianificazioni mondiali i prezzi di alimenti , risorse energetiche e medicinali.
Per fare questo cosa ci vuole ! Una organizzazione tipo ONU che realmente rappresenti tutti i popoli della Terra e funzioni e l’intima convinzione , da parte di tutti i cittadini del mondo , con “ in primis “ i relativi uomini politici, che certe scelte non sono più procrastinabili nel tempo. Fame , inquinamento , guerre , degrado ambientale e civile sono tutte lo stesso aspetto di un unico problema.
L'articolo è stato pubblicato contemporaneamente su www.neretto.blogspot.com
Alla FAO cominciamo a dirci la verità !
Al vertice della FAO di Roma i vari interventi che si susseguono con ritmo incalzante e con toni progressivamente alti destano in me la popolare e veritiera considerazione :“ si gira intorno al problema senza volerlo affrontare “.
La fame nel mondo c’è sempre stata perché si studiava perfino sui testi scolastici di molti anni fa che 1/5 circa della popolazione mondiale si spartiva oltre l’80% delle risorse globali del pianeta . Il problema è che il numero di bocche che vogliono ora (anni 2000 ) “ il primo ed il companatico “ sono 1 miliardo e mezzo in più di pochi anni fa perché in poche parole l’economia di Cina ed India permette ai loro cittadini di poter comprare tali risorse. Questo sta facendo lievitare i prezzi dei generi alimentari e non solo. Poi si aggiunge anche la necessità di convogliare grandi quantità di materia vegetale per produrre biocarburanti per contrastare l’ascesa del prezzo del petrolio e diminuire l’impatto ambientale.
In questi anni oltre il 99% della popolazione terrestre vive in regimi di economia di mercato molto sbilanciati verso il capitalismo più sfrenato. Perfino l’ex pontefice Woityla si era anzitempo accorto di questa micidiale bomba ad orologeria innescata , dopo avere contribuito in maniera determinante a debellare
il comunismo con le relative economie di piano fallimentari.
Al vertice Fao sarebbe necessario che qualcuno cominciasse a far notare che la semplice regoletta economica derivante dalla legge della domanda e dell’offerta
porta alla rovina il sistema stesso quando si altera troppo( come è già avvenuto ) l’equilibrio tra chi chiede e chi offre.
Non dico certamente di smantellare l’intero sistema economico-finanziario mondiale , sarebbe solo una visione utopistica del problema e delle relative soluzioni , ma chiedo se sarebbe saggio cominciare a regolamentare per legge con pianificazioni mondiali i prezzi di alimenti , risorse energetiche e medicinali.
Per fare questo cosa ci vuole ! Una organizzazione tipo ONU che realmente rappresenti tutti i popoli della Terra e funzioni e l’intima convinzione , da parte di tutti i cittadini del mondo , con “ in primis “ i relativi uomini politici, che certe scelte non sono più procrastinabili nel tempo. Fame , inquinamento , guerre , degrado ambientale e civile sono tutti lo stesso aspetto di un unico problema.
Iscriviti a:
Post (Atom)
-
Nel famoso quadro di Leonardo da Vinci " L'annunciazione " conservato agli Uffizi di Firenze è chiaramente visibile nel panora...
-
A Palazzo Pitti, Andito degli Angiolini, Firenze - dal 19 maggio all'11 settembre 2016 ...
-
Andrea di Nerio è un pittore italiano del '300 conosciuto solo attraverso pochi documenti ma che può considerarsi uno dei fonda...