venerdì 18 aprile 2008

Brat camp: reality o second-life ?





I reality , vera passione , forse perché in definitiva ci semplificano la vita portando le nostre coscienze in TV.
Ormai non c’è argomento che non viene trattato in televisione in questo modo che definisco “ simil-reality”.
La politica , per esempio , portata quasi quotidianamente in Tv da Bruno Vespa in “ Porta a porta “ è in realtà un reality dove ormai alcuni personaggi si incontrano molto spesso per discutere : una “ second-life “ mediatica dove i severi scranni del Parlamento sono sublimati dalle capienti poltrone del quotidiano tormentone di seconda serata .
Bruno Vespa rappresenta il presidente della ipotetica Camera , ci sono perfino i commessi parlamentari ed il pubblico , sufficientemente asettico e distante dal ring-parlatorio , proprio come succede in Parlamento , non si vota ma il quadro elettronico compare davvero con le improbabili statistiche di turno.
Forse dietro questi programmi esiste una recondita idea di considerare i reality dei veri e propri sistemi psico-mediatici con attività introspettiva e terapeutica ed infatti il mercoledì su Discovery Real Time è partita la seconda serie ( la prima ha già ottenuto il prestigioso premio Emmy International ) di Brat camp un reality dove
sette adolescenti ribelli e problematici, ingestibili dalle famiglie, sono i protagonisti di " questa fortunata serie Tv. I ragazzi vengono spediti al Turn-About Ranch, un campo correttivo tra i deserti dello Utah, negli Stati Uniti, dove il duro regime fatto di lavoro e disciplina rappresenta l'ultima spiaggia nel tentativo di riabilitazione comportamentale. In questa seconda stagione di "Brat Camp" c'e' una novita': al campo non troveremo solo gli adolescenti ma anche i loro genitori! Padri, madri e figli a confronto dovranno affrontare la verità sul loro rapporto, per cercare una via d'uscita e migliorare il loro futuro insieme.

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