mercoledì 26 ottobre 2016

Inaugurazione delle opere di Imran Qureshi create per il Museo Civico di San Gimignano

Imran Qureshi è un artista pakistano che ha realizzato un’opera unica, mai vista altrove, all’interno della Torre Grossa del museo civico di San Gimignano (SI) che saranno visibili dal 29 ottobre fino a febbraio 2017.


                                                       Qureshi  sopralluogo alla Torre

La mostra si articola in tre sezioni. Alla base della Torre Grossa si potranno vedere le miniature create proprio per quest’evento, realizzate con tecnica tradizionale coltivata dai maestri Mughal sin dal 16° secolo. Salendo verso il tetto della Torre Grossa, mentre lo sguardo passa da una miniatura all’altra, lo spettatore vivrà il crescendo stimolato da un’installazione che riempie le nicchie delle mura interne della Torre: pezzi di carta che sembrano essere stracci insanguinati ma che, ad un’osservazione più attenta, raffigurano immagini di opere di Imran Qureshi.
Poi, una volta saliti al cielo, lo spettatore scoprirà la creazione più grande e importante: un’opera pittorica realizzata direttamente sul tetto della torre del museo civico di San Gimignano sul quale petali e foglie emergono da ciò che sembra essere il teatro di una carneficina.

                                                      Qureshi realizza una miniatura


Imran Qureshi, artista pakistano, ha studiato per molti anni la complessa tecnica della miniatura tradizionale pachistana, coltivata dai maestri Mughal sin dal 16° secolo, cercando però di interpretarla in chiave moderna.
Le sue opere più recenti sembrano all’apparenza chiazze di colore alle quali tuttavia si sovrappongono complesse trame di foglie stilizzate e fiori che derivano dalla simbologia della miniatura classica. Nel suo lavoro egli affronta il nesso vita-bellezza-morte e, sottotraccia, affiora costantemente il tema della speranza. Ad uno sguardo più attento, la sua opera diviene poetica, mostrando la possibilità della bellezza nella violenza.

Artista di fama internazionale, ha esposto al Metropolitan di New York, al Barbican di Londra, alla Sharja Foundation di Dubai, Agakan Museum di Toronto e in altri tra i più importanti spazi per l'arte contemporanea a livello globale.L’artista è stato selezionato come l’artista dell’anno 2013 della Deutsche Bank.


                                                      Qureshi al lavoro nella Torre


In questi anni, il Siena Art Institute sta guardando al mondo orientale. Per questo motivo abbiamo scelto di invitare Imran Qureshi, poiché rappresenta la figura d’artista con cui vogliamo collaborare: di riconosciuta fama internazionale e portatore di valori forti di una cultura radicata nel territorio, proprio com’è la realtà senese. - dichiara Miriam Grottanelli, direttrice del SART – Con questa operazione vogliamo stimolare l’attenzione del pubblico, attraverso l’arte e lo sguardo estraneo di un artista venuto da lontano, per riscoprirci, analizzarci, trovare conferme. In fondo, nulla più che fare emergere il compito dell’arte e degli artisti.”

“Chi si avvicina a San Gimignano resta colpito dallo sviluppo verticale delle torri, costruzioni così alte, imponenti e dal forte valore simbolico. – dichiara l’artista visuale Imran QureshiLa prima volta che sono venuto qui, accompagnato dalla direttrice del Siena Art Institute, sono rimasto colpito perché la torre è un soggetto simbolico, ritratto in moltissime miniature tradizionali del Pakistan: esse sono belle e gloriose, ma riflettono anche l’importanza dell’autorità e del potere e il bisogno di difesa e protezione nel mondo violento in cui furono costruite.”
Pianificando il progetto artistico con Miriam Grottanelli del Siena Art Institute – continua Imran Qureshi – le ho proposto un’opera che stimolasse il dialogo fra culture forti e radicate e collocandola all’interno di una torre che è il simbolo della cultura medievale e tradizionale di questo territorio.
Un messaggio senza provocazione ma chiaro: dopo l’11 settembre il contatto con l’altro è spesso lasciato a una comunicazione stereotipata. Invece, io dico che due culture forti e consapevoli si confrontano, non si scontrano.”


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