lunedì 25 gennaio 2016

Il pittore livornese Bruno Guidi nel centenario della nascita


Ricorre quest'anno il centenario della nascita del pittore livornese Bruno Guidi ( 1916- 2002), parente dei fratelli anch'essi pittori Guido( 1901-1998) e Gino (  1914-2000) Guidi . Bruno in effetti ha trascorso la maggior parte della propria vita lontano dal suo quartiere di nascita Colline, a 'zonzo' per il mondo, per poi mettere radici a Roma, ma non ha mai dimenticato la propria  città natale che ha omaggiato con alcune mostre personali . Nel 1965  presso la Casa della Cultura, nel 1971 presso la Galleria Romiti ed infine nel 1991 in Fortezza Nuova  con la mostra ''Le cento Chiese di Roma''


                                    via Giulia e Campanile di Santa Maria Orazione e Morte  in Roma

   Riporto integralmente un articolo  di Mario Monti pubblicato su Repubblica il  20 maggio 1988


" Quarantacinque chiese di Roma sono raffigurate in altrettanti dipinti in una mostra singolare, allestita sotto il portico di S. Lorenzo in Lucina, famosa basilica della capitale. Si tratta della personale del pittore Bruno Guidi che, come osserva Jean Leymarie nella prefazione al catalogo, ha uno sguardo incantato e, posseduto dalla sua emozione, trascrive veridicamente le strutture architettoniche con la stessa convinzione dei mastri che le elevarono, restituisce loro l' atmosfera circostante, lo splendore dell' ora e della stagione. Occorre subito dire che Guidi penso a Santa Maria della Pace, a S. Ignazio, a S. Giovanni dei Fiorentini, al tempietto del Bramante, a S. Giovanni in Laterano, alla Sinagoga, alla stessa basilica di S. Lorenzo in Lucina è un artista istintivo, che di ogni chiesa (sono circa tre anni che lavora a questo ciclo) sa cogliere la particolare fisionomia attraverso un umile e attento svolgersi ed accostarsi di colori e di toni, o il diverso piegarsi d' una prospettiva, o l' apparire di un cielo, di un albero, di un arbusto vicino. Sembra quasi che gli avvenga, durante il lavoro, di essere gradualmente assorbito dalla cosa vista, come in un processo di non resistibile attrazione. Bruno Guidi, che è nato a Colline di Livorno, da modesta famiglia, nel 1916, abita da oltre vent' anni nel vecchio centro romano, a Via del Gonfalone; dopo avere però viaggiato, data l' inquieta curiosità del carattere (temperamento nomade di antichi monaci e antichi artisti) per mezzo mondo: Anatolia, Africa, Grecia, Nuova Zelanda, Australia, Europa. Guidi ha dedicato una serie di dipinti anche alle botticelle romane (le carrozze di piazza, le carrettelle come le chiamavail Belli), in via di sparizione. E si può supporre che la scelta di questo tema sia stata determinata dal desiderio di fermare qualche cosa che, in seguito, non si sarebbe, appunto, più vista: da un moto, dunque, di nostalgia. Un sentimento analogo sta probabilmente alla base del ciclo delle chiese: la voglia di recuperare, a forza di guardarle, la religiosità che, nei vari stili, esse seppero un tempo ispirare. Quasi preghiere in colori, scrive Leymarie, che si sovrappongono alle chiese reali, come ritratti surreali, davanti ai quali sostano fedeli e ammiratori. "


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