Il blog della famiglia Guidi Mauro di Livorno non ha scopi commerciali ma è solo la testimonianza di una famiglia livornese.
martedì 30 settembre 2008
A Lucca " Puccini in jazz" e " Tosca in jazz"
Riparte l’attività del Circolo Lucca Jazz con due concerti.
Sabato 4 ottobre protagonisti di Apogeo di Giovanni Tommaso nella serata “Puccini in jazz”.
Ingresso libero.
Il Circolo Lucca Jazz apre l’anno di attività 2008-2009 con due concerti dedicati a Puccini, il 4 e il 25 ottobre nell’auditorium del Suffragio, entrambi a ingresso libero. I concerti sono organizzati in collaborazione con il Comune di Lucca, la Provincia di Lucca e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Sabato 4 ottobre alle 21 suoneranno gli Apogeo di Giovanni Tommaso insieme a Carla Marcotulli. Nella prima parte della serata, dal titolo “Puccini in jazz”, saliranno sul palco Giovanni Tommaso al contrabbasso, Daniele Scannapieco al sax, Bebo Serra alla chitarra, Claudio Filippini al pianoforte, Davide Lo Cascio alla batteria. Sono i membri della formazione di Tommaso “Apogeo” che, nata poco più di un anno fa, porta avanti un’intensa attività. Eseguiranno un repertorio di composizioni originali di cui una, dal titolo “Torre del Lago”, di chiara ispirazione pucciniana. Fra i brani ci sarà anche “Waltz for Lucca”, presentato in anteprima a Lucca Jazz Donna 2006 e recentemente pubblicato in un album con Repubblica.
Nella seconda parte si unisce al gruppo la cantante Carla Marcotulli, sorella della pianista Rita, che canterà alcune arie pucciniane riarrangiate da Giovanni Tommaso in chiave jazz, e un brano scritto alcuni anni fa dallo stesso Tommaso.
“Puccini, oltre ad essere stato un grandissimo orchestratore – spiega Tommaso - aveva anche una vena melodica unica che noi cercheremo di cogliere in questa serata”.
Carla Marcotulli ha appena pubblicato un disco per l’etichetta tedesca Act, distribuito in Europa ed Italia, con molto apprezzamento della critica. Ha iniziato la sua carriera negli anni Ottanta esibendosi nei Jazz club della capitale. Ha collaborato con il cantautore Paolo Pietrangeli partecipando a due suoi cd e con Nicola Piovani.
Sabato 25 a presentare un repertorio delle più famose armonie di Puccini riviste in chiave jazz, in una serata dal titolo “Tosca in jazz”, saranno il pianista e arrangiatore Ludovico Fulci, che questa estate è stato ospite del Summer Festival insieme a Ennio Morricone, il batterista Angelo Ferrua e il contrabbassista Nino Pellegrini. Con loro il soprano Nìcola Beller Carbone.
lunedì 29 settembre 2008
Al Maestro Herbert Handt la Chiave di Violino Flam 2008.
CANTIERE DELLA MUSICA 2008
Grande successo per il concerto di Gala del duo Fornaciari-Dezzi a Lucca
Grande successo di pubblico per l’evento clou del Cantiere della Musica Flam, sabato sera a Palazzo Ducale di Lucca. Il concerto del duo Marco Fornaciari (violino) e Alessandra Dezzi (pianoforte) ha conquistato la ex corte d’assise gremita, tanto da eseguire ben tre bis.
Davanti alla calorosissima platea è stata consegnata la Chiave di Violino Flam 2008 al Maestro Herbert Handt. Alla cerimonia erano presenti Ezio Passaglia, presidente della Federazione lucchese delle associazioni musicali, Arturo Nardini, consigliere della Provincia di Lucca, e Giovanni Cattani, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. E proprio Cattani, che aveva ricevuto lo stesso riconoscimento l’anno scorso, ha fatto il “passaggio di consegne” al Maestro Handt. “Lucca ha dato i natali a tanti musicisti, e per questo portare la musica a tutti i livelli è così importante – ha dichiarato il Maestro -. Seguo con simpatia l’operato Flam da quando ha iniziato, ed apprezzo il lavoro che sta facendo sul fronte della diffusione della cultura musicale”.
Il Cantiere della Musica prevede un calendario di appuntamenti fino al 13 dicembre, tutti a ingresso gratuito grazie al sostegno del Comune di Lucca, della Provincia di Lucca e delle Fondazioni bancarie Cassa di Risparmio di Lucca, Banca del Monte di Lucca e Monte dei Paschi di Siena. Il calendario è consultabile su www.cantieredellamusica.it
La Federazione Lucchese delle Associazioni Musicali - FLAM
La Federazione Lucchese delle Associazioni Musicali, vivace protagonista del panorama culturale e musicale della provincia di Lucca fin dal 1998 sotto la precedente denominazione di Federazione delle Associazioni Musicali Lucchesi, ha realizzato nel corso degli anni prestigiose stagioni concertistiche quali il Festival di Musica Sacra del 1998, i Percorsi Musicali di un Millennio del 2000, la Stagione musicale della Città di Lucca 2001-2002, le stagioni Suoni di una Città. Si sono succedute serate di musica sinfonico-corale sacra, di musica operistica, sinfonica, da camera, concerti d’organo e spettacoli di musica antica con la partecipazione di artisti affermati e di giovani promesse. Sono state organizzate conferenze di presentazione e incontri con gli artisti. Il tutto con uno straordinario successo di pubblico e di critica.
Il Cantiere della Musica
Nel 2004 la Federazione ha ideato questo nuovo festival dal titolo “Il Cantiere della Musica - Viaggio musicale alla scoperta della provincia di Lucca”. Il progetto è particolarmente impegnativo e consistente: il comitato formato dai direttori artistici delle Associazioni aderenti ha elaborato un calendario vasto ed eterogeneo che soddisfi gusti diversi e si accosti a un pubblico multiforme cui è destinata una programmazione articolata su ventidue manifestazioni destinate all’intero territorio della Provincia di Lucca.
Musica da camera e lirica, opere da camera, musica orchestrale e drammi sacri, concerti d’organo, concerti jazz e dedicati ai giovani si succedono con l’intento di avvicinare a questo repertorio il numero più ampio possibile di persone, ma anche di valorizzare tanti luoghi ed edifici splendidi e di importante valore storico e artistico. I concerti d’organo, in particolare, sono realizzati su significativi organi storici della Lucchesia.
Promotrice principale del Festival, insieme alla Federazione delle Associazioni, è l’Amministrazione Provinciale di Lucca, che ha reso possibile la realizzazione di un’iniziativa così impegnativa e ambiziosa grazie anche alla collaborazione dei Comuni della Versilia, Alta Versilia, Piana di Lucca, Mediavalle, Garfagnana coinvolti, e al fondamentale supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e della Fondazione Banca del Monte di Lucca, che fin dall’inizio hanno aderito con entusiasmo al progetto.
Grande successo per il concerto di Gala del duo Fornaciari-Dezzi a Lucca
Grande successo di pubblico per l’evento clou del Cantiere della Musica Flam, sabato sera a Palazzo Ducale di Lucca. Il concerto del duo Marco Fornaciari (violino) e Alessandra Dezzi (pianoforte) ha conquistato la ex corte d’assise gremita, tanto da eseguire ben tre bis.
Davanti alla calorosissima platea è stata consegnata la Chiave di Violino Flam 2008 al Maestro Herbert Handt. Alla cerimonia erano presenti Ezio Passaglia, presidente della Federazione lucchese delle associazioni musicali, Arturo Nardini, consigliere della Provincia di Lucca, e Giovanni Cattani, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. E proprio Cattani, che aveva ricevuto lo stesso riconoscimento l’anno scorso, ha fatto il “passaggio di consegne” al Maestro Handt. “Lucca ha dato i natali a tanti musicisti, e per questo portare la musica a tutti i livelli è così importante – ha dichiarato il Maestro -. Seguo con simpatia l’operato Flam da quando ha iniziato, ed apprezzo il lavoro che sta facendo sul fronte della diffusione della cultura musicale”.
Il Cantiere della Musica prevede un calendario di appuntamenti fino al 13 dicembre, tutti a ingresso gratuito grazie al sostegno del Comune di Lucca, della Provincia di Lucca e delle Fondazioni bancarie Cassa di Risparmio di Lucca, Banca del Monte di Lucca e Monte dei Paschi di Siena. Il calendario è consultabile su www.cantieredellamusica.it
La Federazione Lucchese delle Associazioni Musicali - FLAM
La Federazione Lucchese delle Associazioni Musicali, vivace protagonista del panorama culturale e musicale della provincia di Lucca fin dal 1998 sotto la precedente denominazione di Federazione delle Associazioni Musicali Lucchesi, ha realizzato nel corso degli anni prestigiose stagioni concertistiche quali il Festival di Musica Sacra del 1998, i Percorsi Musicali di un Millennio del 2000, la Stagione musicale della Città di Lucca 2001-2002, le stagioni Suoni di una Città. Si sono succedute serate di musica sinfonico-corale sacra, di musica operistica, sinfonica, da camera, concerti d’organo e spettacoli di musica antica con la partecipazione di artisti affermati e di giovani promesse. Sono state organizzate conferenze di presentazione e incontri con gli artisti. Il tutto con uno straordinario successo di pubblico e di critica.
Il Cantiere della Musica
Nel 2004 la Federazione ha ideato questo nuovo festival dal titolo “Il Cantiere della Musica - Viaggio musicale alla scoperta della provincia di Lucca”. Il progetto è particolarmente impegnativo e consistente: il comitato formato dai direttori artistici delle Associazioni aderenti ha elaborato un calendario vasto ed eterogeneo che soddisfi gusti diversi e si accosti a un pubblico multiforme cui è destinata una programmazione articolata su ventidue manifestazioni destinate all’intero territorio della Provincia di Lucca.
Musica da camera e lirica, opere da camera, musica orchestrale e drammi sacri, concerti d’organo, concerti jazz e dedicati ai giovani si succedono con l’intento di avvicinare a questo repertorio il numero più ampio possibile di persone, ma anche di valorizzare tanti luoghi ed edifici splendidi e di importante valore storico e artistico. I concerti d’organo, in particolare, sono realizzati su significativi organi storici della Lucchesia.
Promotrice principale del Festival, insieme alla Federazione delle Associazioni, è l’Amministrazione Provinciale di Lucca, che ha reso possibile la realizzazione di un’iniziativa così impegnativa e ambiziosa grazie anche alla collaborazione dei Comuni della Versilia, Alta Versilia, Piana di Lucca, Mediavalle, Garfagnana coinvolti, e al fondamentale supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e della Fondazione Banca del Monte di Lucca, che fin dall’inizio hanno aderito con entusiasmo al progetto.
Al Maestro Herbert Handt la Chiave di Violino Flam 2008.
CANTIERE DELLA MUSICA 2008
Grande successo per il concerto di Gala del duo Fornaciari-Dezzi a Lucca
Grande successo di pubblico per l’evento clou del Cantiere della Musica Flam, sabato sera a Palazzo Ducale di Lucca. Il concerto del duo Marco Fornaciari (violino) e Alessandra Dezzi (pianoforte) ha conquistato la ex corte d’assise gremita, tanto da eseguire ben tre bis.
Davanti alla calorosissima platea è stata consegnata la Chiave di Violino Flam 2008 al Maestro Herbert Handt. Alla cerimonia erano presenti Ezio Passaglia, presidente della Federazione lucchese delle associazioni musicali, Arturo Nardini, consigliere della Provincia di Lucca, e Giovanni Cattani, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. E proprio Cattani, che aveva ricevuto lo stesso riconoscimento l’anno scorso, ha fatto il “passaggio di consegne” al Maestro Handt. “Lucca ha dato i natali a tanti musicisti, e per questo portare la musica a tutti i livelli è così importante – ha dichiarato il Maestro -. Seguo con simpatia l’operato Flam da quando ha iniziato, ed apprezzo il lavoro che sta facendo sul fronte della diffusione della cultura musicale”.
Il Cantiere della Musica prevede un calendario di appuntamenti fino al 13 dicembre, tutti a ingresso gratuito grazie al sostegno del Comune di Lucca, della Provincia di Lucca e delle Fondazioni bancarie Cassa di Risparmio di Lucca, Banca del Monte di Lucca e Monte dei Paschi di Siena. Il calendario è consultabile su www.cantieredellamusica.it
La Federazione Lucchese delle Associazioni Musicali - FLAM
La Federazione Lucchese delle Associazioni Musicali, vivace protagonista del panorama culturale e musicale della provincia di Lucca fin dal 1998 sotto la precedente denominazione di Federazione delle Associazioni Musicali Lucchesi, ha realizzato nel corso degli anni prestigiose stagioni concertistiche quali il Festival di Musica Sacra del 1998, i Percorsi Musicali di un Millennio del 2000, la Stagione musicale della Città di Lucca 2001-2002, le stagioni Suoni di una Città. Si sono succedute serate di musica sinfonico-corale sacra, di musica operistica, sinfonica, da camera, concerti d’organo e spettacoli di musica antica con la partecipazione di artisti affermati e di giovani promesse. Sono state organizzate conferenze di presentazione e incontri con gli artisti. Il tutto con uno straordinario successo di pubblico e di critica.
Il Cantiere della Musica
Nel 2004 la Federazione ha ideato questo nuovo festival dal titolo “Il Cantiere della Musica - Viaggio musicale alla scoperta della provincia di Lucca”. Il progetto è particolarmente impegnativo e consistente: il comitato formato dai direttori artistici delle Associazioni aderenti ha elaborato un calendario vasto ed eterogeneo che soddisfi gusti diversi e si accosti a un pubblico multiforme cui è destinata una programmazione articolata su ventidue manifestazioni destinate all’intero territorio della Provincia di Lucca.
Musica da camera e lirica, opere da camera, musica orchestrale e drammi sacri, concerti d’organo, concerti jazz e dedicati ai giovani si succedono con l’intento di avvicinare a questo repertorio il numero più ampio possibile di persone, ma anche di valorizzare tanti luoghi ed edifici splendidi e di importante valore storico e artistico. I concerti d’organo, in particolare, sono realizzati su significativi organi storici della Lucchesia.
Promotrice principale del Festival, insieme alla Federazione delle Associazioni, è l’Amministrazione Provinciale di Lucca, che ha reso possibile la realizzazione di un’iniziativa così impegnativa e ambiziosa grazie anche alla collaborazione dei Comuni della Versilia, Alta Versilia, Piana di Lucca, Mediavalle, Garfagnana coinvolti, e al fondamentale supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e della Fondazione Banca del Monte di Lucca, che fin dall’inizio hanno aderito con entusiasmo al progetto.
Grande successo per il concerto di Gala del duo Fornaciari-Dezzi a Lucca
Grande successo di pubblico per l’evento clou del Cantiere della Musica Flam, sabato sera a Palazzo Ducale di Lucca. Il concerto del duo Marco Fornaciari (violino) e Alessandra Dezzi (pianoforte) ha conquistato la ex corte d’assise gremita, tanto da eseguire ben tre bis.
Davanti alla calorosissima platea è stata consegnata la Chiave di Violino Flam 2008 al Maestro Herbert Handt. Alla cerimonia erano presenti Ezio Passaglia, presidente della Federazione lucchese delle associazioni musicali, Arturo Nardini, consigliere della Provincia di Lucca, e Giovanni Cattani, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. E proprio Cattani, che aveva ricevuto lo stesso riconoscimento l’anno scorso, ha fatto il “passaggio di consegne” al Maestro Handt. “Lucca ha dato i natali a tanti musicisti, e per questo portare la musica a tutti i livelli è così importante – ha dichiarato il Maestro -. Seguo con simpatia l’operato Flam da quando ha iniziato, ed apprezzo il lavoro che sta facendo sul fronte della diffusione della cultura musicale”.
Il Cantiere della Musica prevede un calendario di appuntamenti fino al 13 dicembre, tutti a ingresso gratuito grazie al sostegno del Comune di Lucca, della Provincia di Lucca e delle Fondazioni bancarie Cassa di Risparmio di Lucca, Banca del Monte di Lucca e Monte dei Paschi di Siena. Il calendario è consultabile su www.cantieredellamusica.it
La Federazione Lucchese delle Associazioni Musicali - FLAM
La Federazione Lucchese delle Associazioni Musicali, vivace protagonista del panorama culturale e musicale della provincia di Lucca fin dal 1998 sotto la precedente denominazione di Federazione delle Associazioni Musicali Lucchesi, ha realizzato nel corso degli anni prestigiose stagioni concertistiche quali il Festival di Musica Sacra del 1998, i Percorsi Musicali di un Millennio del 2000, la Stagione musicale della Città di Lucca 2001-2002, le stagioni Suoni di una Città. Si sono succedute serate di musica sinfonico-corale sacra, di musica operistica, sinfonica, da camera, concerti d’organo e spettacoli di musica antica con la partecipazione di artisti affermati e di giovani promesse. Sono state organizzate conferenze di presentazione e incontri con gli artisti. Il tutto con uno straordinario successo di pubblico e di critica.
Il Cantiere della Musica
Nel 2004 la Federazione ha ideato questo nuovo festival dal titolo “Il Cantiere della Musica - Viaggio musicale alla scoperta della provincia di Lucca”. Il progetto è particolarmente impegnativo e consistente: il comitato formato dai direttori artistici delle Associazioni aderenti ha elaborato un calendario vasto ed eterogeneo che soddisfi gusti diversi e si accosti a un pubblico multiforme cui è destinata una programmazione articolata su ventidue manifestazioni destinate all’intero territorio della Provincia di Lucca.
Musica da camera e lirica, opere da camera, musica orchestrale e drammi sacri, concerti d’organo, concerti jazz e dedicati ai giovani si succedono con l’intento di avvicinare a questo repertorio il numero più ampio possibile di persone, ma anche di valorizzare tanti luoghi ed edifici splendidi e di importante valore storico e artistico. I concerti d’organo, in particolare, sono realizzati su significativi organi storici della Lucchesia.
Promotrice principale del Festival, insieme alla Federazione delle Associazioni, è l’Amministrazione Provinciale di Lucca, che ha reso possibile la realizzazione di un’iniziativa così impegnativa e ambiziosa grazie anche alla collaborazione dei Comuni della Versilia, Alta Versilia, Piana di Lucca, Mediavalle, Garfagnana coinvolti, e al fondamentale supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e della Fondazione Banca del Monte di Lucca, che fin dall’inizio hanno aderito con entusiasmo al progetto.
venerdì 26 settembre 2008
A Roma in mostra la Videoarte
Bill Viola. Visioni interiori
A cura di Kira Perov
21 ottobre 2008 - 6 gennaio 2009 – Roma –Palazzo delle Esposizioni
.
Bill Viola è in pratica l’inventore della Videoarte, creando da oltre 35 anni videotapes, video installazioni, ambienti sonori e performances di video e musica elettronica. La sua arte esplora il fenomeno della percezione sensoriale.
La mostra, curata da Kira Perov e realizzata in collaborazione con Claudia Zevi & Partners è costituita da installazioni in grande formato tra le più celebri e spettacolari (The Crossing, The Veiling), rivisitazioni video di icone della storia dell'arte (The Greeting, Emergence), immagini su schermo piatto con cui -attraverso sequenze rallentate e silenziose di prodigiosa espressività- l'artista si concentra sul mistero delle emozioni umane (Dolorosa, Anima, Silent Mountain, The Locked Garden).
A Roma in mostra la Videoarte
Bill Viola. Visioni interiori
A cura di Kira Perov
21 ottobre 2008 - 6 gennaio 2009 – Roma –Palazzo delle Esposizioni
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Bill Viola è in pratica l’inventore della Videoarte, creando da oltre 35 anni videotapes, video installazioni, ambienti sonori e performances di video e musica elettronica. La sua arte esplora il fenomeno della percezione sensoriale.
La mostra, curata da Kira Perov e realizzata in collaborazione con Claudia Zevi & Partners è costituita da installazioni in grande formato tra le più celebri e spettacolari (The Crossing, The Veiling), rivisitazioni video di icone della storia dell'arte (The Greeting, Emergence), immagini su schermo piatto con cui -attraverso sequenze rallentate e silenziose di prodigiosa espressività- l'artista si concentra sul mistero delle emozioni umane (Dolorosa, Anima, Silent Mountain, The Locked Garden).
Mostra di Lorenzo Delleani a Torino
Mostra di Lorenzo Delleani a Torino
Firenze celebra il mito di due regine di Francia
Caterina e Maria de' Medici: donne al potere
24 Ottobre 2008 - 8 Febbraio 2009
Firenze - Palazzo Strozzi
La mostra racconta l’immagine del potere e il potere dell’immagine, dall’ottica straordinaria dell’universo femminile. Un universo indagato attraverso due figure della grande dinastia medicea, Caterina e Maria, che legittimano il proprio potere dopo la morte dei rispettivi mariti, attraverso una scaltra sapienza politica. Giungeranno a Firenze quindici arazzi monumentali che trovarono origine nel poema epico Histoire de la Royne Arthémise, composto nel 1561-1562 con l’intento di celebrare la regina Caterina de’ Medici, vedova di Enrico II di Francia e reggente del regno. Gli arazzi vennero tessuti vari decenni più tardi, a partire dal 1607, per volere di Enrico IV, in onore della moglie Maria, e raffigurano episodi della vita di due antiche regine della Caria, entrambe di nome Artemisia. La prima, alleata di Serse contro i Greci, partecipò alla battaglia di Salamina del 480 a. C.; la seconda, vissuta un secolo più tardi, vedova del re Mausolo, fece erigere in sua memoria ad Alicarnasso il celebre Mausoleo, conosciuto come una delle Sette Meraviglie del mondo.
Ulteriori sezioni della mostra illustrano la personalità delle due regine medicee, e sottolineano la straordinaria raffinatezza che ha caratterizzate le loro committenze. Una sezione è infine dedicata all’iconografia della figura di Artemisia.
Oltre a preziosi oggetti di oreficeria, si segnalano alcune curiosità, come il talismano appartenuto a Caterina, una lettera autografa di Maria con un suo disegno, una tela che ritrae Enrico IV e Maria in un banchetto all'aperto.
Informazioni in mostra: 055/2645155
Internet cult .....ma mi faccia il piacere !!
Tod's la prestigiosa ditta italiana che produce scarpe , borse e accessori vari sia per uomo che per donna ha un bel sito www.tods.com all'interno del quale ha inaugurato una propria TV.
Alla grande direi : con un film (corto) con Gwynet Paltrow, l'affascinante attrice americana , protagonista insieme ad una bella borsa ( Pashmy Dream) prodotta appunto dalla Tod's di una storiella che in pratica si riassumo nel perdere e poi ritrovare l'amato bene ( la borsa ). Il corto , diretto dal regista Dennis Hopper, sta riscuotendo un enorme successo al punto di essere coniderato un Internet Cult.
Se siete interessati e curiosi basta cliccare su www.tods.com.
lunedì 22 settembre 2008
Dedicato a Padre Davanzati il Premio teatrale “ Nino de Reliquis “
Il Centro Artistico il Grattacielo di Livorno , una delle scuole teatrali di maggior prestigio in Italia , è stato diretto per trenta anni da padre Valentino Davanzati , Medaglia d’oro per i benemeriti della scuola e dell’arte e Grande Ufficiale della Repubblica per l’impegno culturale.
Padre Davanzati firmava le sue regie teatrali con lo pseudonimo Nino De Reliquis che ora ha dato il nome alla prima edizione del Premio teatrale indetto dal Centro Artistico il Grattacielo.
Questo premio di 1000 euro , per permettere la produzione di un nuovo spettacolo da realizzare nell’estate 2009 all’interno del festival Inequilibrio di Castiglioncello ( LI ) , è stato realizzato insieme ad Armunia Festival Costa degli Etruschi e con il contributo di comune e Provincia di Livorno e della Fondazione Cassa di Risparmi di Volterra.
Per partecipare telefonare allo 0586.890093 .
Padre Davanzati firmava le sue regie teatrali con lo pseudonimo Nino De Reliquis che ora ha dato il nome alla prima edizione del Premio teatrale indetto dal Centro Artistico il Grattacielo.
Questo premio di 1000 euro , per permettere la produzione di un nuovo spettacolo da realizzare nell’estate 2009 all’interno del festival Inequilibrio di Castiglioncello ( LI ) , è stato realizzato insieme ad Armunia Festival Costa degli Etruschi e con il contributo di comune e Provincia di Livorno e della Fondazione Cassa di Risparmi di Volterra.
Per partecipare telefonare allo 0586.890093 .
venerdì 19 settembre 2008
"Moto&Cinema" : a Lucca mostra delle moto protagoniste del cinema.
Le più belle moto apparse sul grande schermo, fedelmente riprodotte e funzionanti,
protagoniste di “Moto&&Cinema”,
in mostra a In-Fiera dal 18 ottobre al 2 novembre
La Vespa Piaggio sulla quale Gregory Peck e Audrey Hepburn viaggiavano in “Vacanze Romane”, la Moto Guzzi di Zampanò de “La Strada” di Fellini, la Harley-Davidson di “Easy Rider” e il side-car di Indiana Jones nell’ultima crociata. Tutta l’emozione delle moto protagoniste del cinema in una mostra.
Arriva in fatti a Lucca, per la prima volta in Italia, la mostra “Moto&Cinema”. Dopo essere state esposte in Spagna e Francia, le 27 formidabili repliche delle motociclette più famose della storia del cinema, perfettamente funzionanti, vengono portate in città da “Mostre & Mostre” insieme al Registro Storico Italiano Indian, in collaborazione con il Circolo del Cinema di Lucca, il Comune di Lucca e Lucca Comics and Games.
L’esposizione è stata presentata stamani (venerdì 19 settembre) a In-Fiera. “Il percorso espositivo, allestito all’interno di “In-Fiera” (zona delle Tagliate) dal 18 ottobre al 2 novembre, ricostruisce la storia della moto nel cinema ripercorrendo le principali tappe dalle origini ai giorni nostri – ha spiegato Marco Bertini -. L’idea di questa mostra nasce dalla collaborazione di più soggetti, e ci auguriamo che possa attrarre ulteriori sinergie”.
Si tratta di oltre 200 immagini tra manifesti, locandine e foto di scena che saranno abbinate a 27 veicoli ricostruiti con la massima cura dal Museo del Sidecar di Macerata, dal quale provengono, per riprodurre in modo fedele gli originali protagonisti di memorabili pellicole. Un omaggio agli uomini e ai mezzi che hanno reso grande la storia della moto, celebrandola anche attraverso il cinema.
Moreno Musetti, presidente del Registro Storico Italiano Indian, ha raccontato le origini del club di appassionati di questa marca di veicoli, attiva negli Stati Uniti dal 1901 al 1953, rivale storica del marchio Harley Davidson. Il club, nato e tutt’ora con sede a Lucca, è il punto di riferimento in Italia per questo particolare settore, e l’unico riconosciuto dall’Asi (Automotoclub Storico Italiano) per la certificazione dei veicoli storici.
I mille metri quadri dedicati a “Moto&Cinema” saranno inaugurati lo stesso giorno dell’apertura delle esposizioni di Lucca Comics and Games, e saranno accompagnati anche dalla mostra di fumetti “Garage Diabolico”: una serie di tavole firmate da Carlo Cianferoni, illustratore della guida “Curve&Tornanti”, che hanno come tema sempre lei, l’amatissima dueruote. Inoltre, in una sala adiacente saranno proiettati gli spezzoni più famosi delle pellicole che ritraggono le 27 motociclette e sidecar. “Con le mie tavole – ha spiegato Cianferoni – da sempre dedicate esclusivamente alla moto, sono di fatto il trait d’union tra la mostra e i Comics. Credo anche nella spinta, che insieme alla mostra possiamo dare, per riscattare la moto da una serie di preconcetti cui viene spesso legata”. Le prime tre tavole di questo percorso, dedicato al cinema, sono già esposte a “In-Fiera”.
Non solo mostra: nei prossimi giorni sarà visibile anche in città la moto attualmente esposta a “In-Fiera”, il modello di Moto Guzzi utilizzata da Alberto Sordi nel film “Il vigile”. E il 30 settembre alle 21,30 nel complesso di San Micheletto è in calendario, in collaborazione con il Circolo del Cinema di Lucca e grazie alla disponibilità della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, la proiezione del film “Il Selvaggio” (The Wild One) di Laszlo Benedek con Marlon Brando, film che ha segnato un’epoca sia nel costume sia nell’immaginario collettivo. “Non potevamo non collaborare a questa iniziativa – ha concluso Gianni Quilici in rappresentanza del presidente del Circolo del Cinema di Lucca Marcello Bertocchini -. Il cinema è infatti viaggio, come anche la moto. Un film sulla moto è quindi un viaggio al quadrato alla scoperta della strada, di un paesaggio, di persone e rapporti, ed esprime libertà. Abbiamo scelto il film ‘Il Selvaggio’ in quanto antesignano di tutto questo. Il cinema infatti ha saputo rivelare la moto come immaginario capace di trasmettere qualcosa che riguarda la vita in profondità”.
La mostra di fumetti “Garage Diabolico”
Le brevi storie esposte in questo percorso spesso si ispirano ad icone cinematografiche come Steve McQueen e Peter O’Toole in versione Lawrence d’Arabia, sono state pubblicate per anni sul mensile “CaféRacer” (poi “Racer”) e sono adesso ospite fisso su “Motociclismo Clàsico” e “Biker Zone” magazine diffusi in grande tiratura in Spagna e America Latina.
Mostre & Mostre
Tratto distintivo degli allestimenti di Mostre & Mostre s.r.l. è il carattere innovativo e dinamico delle realizzazioni, capace di produrre ottimi risultati nella comprensione e valorizzazione degli elementi di qualsiasi progetto. Dal 2006 la nuova sfida che l’azienda si propone è quella di occuparsi del processo organizzativo dell’Esposizione del Settembre Lucchese riscuotendo un buon successo di pubblico. Dal 2007 Mostre & Mostre in collaborazione con Lombardi Audiovisivi organizza annualmente il “Look at Festival” con l’intento di promuovere giovani artisti nazionali e internazionali all’interno di un contesto nuovo come la videoarte nei locali della Ex Manifattura Tabacchi di Lucca. Mostre & Mostre s.r.l. ha partecipato in qualità di allestitore a vari eventi, fra i quali “Millescuole”, “Job Fair”, “Lucca Comics & Games”, la mostra “Man Ray – l’immagine fotografica” presso la Fondazione Ragghianti di Lucca, la mostra “Mirabilia Maris” presso Villa Paolina a Viareggio, “Il Desco” presso il Real Collegio di Lucca, la mostra “Lucca Preziosa 2008” presso Museo Textil (Barcellona), Inhorgenta (Monaco di Baviera), Villa Bottini (Lucca).
martedì 16 settembre 2008
Una grande opportunità per chi vuole fare musica
Grande interesse per il Centro Sviluppo Artisti dell’Istituto Jam
per quest’anno completamente gratuito
Sta suscitando molto interesse nel mondo musicale il progetto Csa - Centro Sviluppo Artisti. Dedicato a cantautori, band, cover band e in generale a tutti i musicisti che hanno una propria idea da proporre, il Csa è gratuito ed è aperto a tutti, e nasce per offrire la possibilità di un contatto diretto con il mondo dell’industria musicale.
Il progetto è ideato da Music Academy Network e promosso in esclusiva per la Toscana da Jam Centro Musica Moderna. Prevede, a partire da questo mese e fino a dicembre, una selezione dei progetti musicali. Da gennaio i gruppi/cantautori selezionati saranno affiancati da musicisti di comprovata esperienza nei settori dell'arrangiamento e della scrittura dei testi per la realizzazione di un repertorio. Verranno inoltre organizzati dei Live Show ai quali saranno invitati professionisti appartenenti ai settore radio/tv, etichette discografiche e music business in generale: questi ultimi giudicheranno la qualità dei prodotti proposti.
Per partecipare alla selezione basta inviare una demo del gruppo, il progetto o la proposta musicale, insieme ad una breve biografia con tutti i recapiti, all’Istituto Jam Centro Musica Moderna, in via di Tiglio, 1369/d San Filippo 55100 Lucca. Per informazioni contattare la segreteria Jam: 0583.95.75.66, info@centromusicajam.it o consultare il sito www.centromusicajam.it.
giovedì 11 settembre 2008
A Lucca mostra del fotografo Andrea Martiradonna
15 scatti di Andrea Martiradonna in mostra a Lucca presso lo studio “ai granai”.
Serata di inaugurazione venerdì 12 settembre. Ingresso libero
Tornano gli appuntamenti con l’arte e il design allo studio “ai granai”. Venerdì 12 settembre, a partire dalle 18, saranno in mostra 15 scatti fotografici di Andrea Martiradonna, fotografo di architettura che lavora per le principali riviste del settore come “Abitare”, “Elle décor”, “Domus”, “Interni” e per grandi aziende come B&B, Flos, Armani Casa.
Il gruppo di fotografie esposte nei locali dello studio, al numero 10 di via degli Orti, colgono il backstage del lavoro di Martiradonna nei particolari più inconsueti. Si tratta di immagini scattate in momenti di riposo che, realizzate come all’interno di “bolle d'aria”, esprimono la pura bellezza dell'osservare. Così nastri, tubi d'acciaio e grate di varia archeologia industriale divengono materia di colore e luce.
La mostra è a ingresso libero, e dopo la serata di venerdì sarà visitabile su prenotazione, chiamando lo studio “ai granai” allo 0583.49.15.32.
sabato 6 settembre 2008
Le mostre del prossimo autunno :
27 settembre 2008
Bologna
Pinacoteca Nazionale
Via delle Belle Arti 56
Al Naturhistorisches Museum di Vienna una interessante mostra
sulla figura femminile nell'età della pietra.
La venere di Willendorf, anche nota come donna di Willendorf, è una statuetta di 11 cm d'altezza, raffigurante una donna,realizzata in roccia calcarea ricoperta d'ocra rossa.
Un anonimo artista l'ha realizzata circa 23.000 anni.
CORREGGIO
In mostra dal 20 settembre 2008 al 25 gennaio 2009
CANOVA : l'ideale classico tra scultura e pittura.
In mostra a Forlì - Musei San Domenico dal 25 gennaio 2009 al 21 giugno 2009
ANDREA MANTEGNA
Dal 26 settembre al 5 gennaio - Louvre, Parigi
La mostra e' curata da Dominique Thiebaut, conservatore del dipartimento pittura del museo parigino, specializzata nei rapporti tra pittura francese e italiana nel '400, e Giovanni Agosti, docente di storia dell'arte alla Statale di Milano.
VINCENT VAN GOGH
Vincent van Gogh all’Albertina di Vienna dal 5 settembre 2008 all'8 dicembre 2008
L’Albertina presenta dal 5 settembre al 8 dicembre 2008, nell’ambito della rassegna “Vincent van Gogh. Immagini disegnate“, 170 capolavori dell’espressionista olandese Vincent van Gogh. La mostra mette a confronto l’operato di Van Gogh come disegnatore e come autore delle tele che egli creò negli ultimi anni trascorsi a Parigi ed Arles.
GIOVANNI BELLINI
a cura di Mauro Lucco e Giovanni C. F. Villa
30 settembre 2008 - 11 gennaio 2009 a Roma presso le Scuderie del Quirinale
Il miglior pittore di tutti", secondo Albrecht Dürer, ammirato dalla figura di questo grande vecchio che nella Venezia della seconda metà del Quattrocento costituiva un punto di riferimento per tutti gli artisti che vi circolavano: parlava di Giovanni Bellini, all'epoca già molto anziano ma ancora capace di incarnare appieno la gloriosa vicenda dell'umanesimo veneto dal suo sbocciare alla sua piena affermazione. Ed è a Giovanni Bellini che le Scuderie del Quirinale dedicano una mostra monografica - la prima dopo quella di Venezia del 1949 - presentando più di sessanta dipinti a rappresentare circa i tre quarti della sua produzione certa, tra opere sacre e opere profane
POMPEO BATONI 1708-1787
A LUCCA Palzzo Ducale
DAL 6 DICEMBRE 2008 AL 29 MARZO 2009
L’Europa delle Corti e il Grand TourA Palazzo Ducale, oltre 100 dipinti ripercorreranno, in modo completo ed esaustivo, le vicende di uno dei maggiori protagonisti dell’arte europea del Settecento, nel terzo centenario della sua nascita.
La città toscana rende così omaggio al suo illustre concittadino, che proprio in questa terra si è formato per affermarsi a livello internazionale, a Roma e poi soprattutto in Inghilterra dove è stato uno dei pittori più ricercati dall’aristocrazia britannica.
CANALETTO
Venezia e i suoi splendori
TREVISO, Casa dei Carraresi23 ottobre 2008 – 5 aprile 2009
2008, anno di CANALETTO.
Alla Casa dei Carraresi di Treviso, infatti,
dal 23 ottobre prossimo, fino al 5 aprile 2009,
una sfilata di autentici capolavori racconterà,
come mai è stato fatto finora, la vicenda
artistica di Antonio Canal detto Canaletto
e quella del Vedutismo veneziano, uno dei
fenomeni artistici più significativi
del Settecento europeo.
venerdì 5 settembre 2008
Da Corot a Picasso, da Fattori a De Pisis,
Perugia, Palazzo Baldeschi al Corso (corso Vannucci, 66)
15 settembre 2008 – 18 gennaio 2009
Quando si incontrano due eccezionali collezioni private di quadri espressioni dell’arte moderna e contemporanea ( La Phillips Collection di Washington e la Galleria Ricci Oddi di Piacenza ) con la volontà di festeggiare in maniera solenne i cento anni della fondazione della Cassa di Risparmio di Perugia sotto la guida di un grandissimo studioso ed esperto di arte come il prof. Vittorio Sgarbi , nasce l ‘idea che si realizza con successo di una prestigiosa mostra nella sede espositiva di Palazzo Baldeschi al Corso di Perugia.
Dagli Stati Uniti è arrivata , una selezione di opere dei maggiori maestri dell’impressionismo e delle avanguardie europee del Novecento, tra cui Corot, Courbet, Manet, Degas, Monet, Bonnard, Van Gogh, Cezanne, Modigliani, Kandinsky, Braque, Picasso. che saranno messe a confronto con i protagonisti dell’arte italiana tra Ottocento e Novecento tra cui Fattori, Sartorio, Carrà, Casorati, Campigli, De Pisis
In questo la scelta del titolo della mostra che oltretutto vuole celebrare anche i meriti artistici del collezionismo illuminato di privati cittadini ( Phillips ed Oddi Ricci )
mercoledì 3 settembre 2008
A Firenze il 7 settembre la festa della Rificolona
L’8 settembre la chiesa cattolica celebra la ricorrenza della natività di Maria Vergine una festa molto sentita in diverse contrade italiane , dove talvolta si uniscono valori religiosi e civili o come si dice spesso il sacro ed il profano.
A Firenze , come ogni anno , il giorno che precede tale festa ( quest’anno domenica 7 settembre ) si rinnova la tradizionale Rificolona .
La rificolona è una lanterna multicolore prodotta artigianalmente dai contadini e montanari dell’appennino pistoiese
con la quale illuminavano le veglie notturne di coloro che si mettevano in viaggio verso Firenze per festeggiare l’8 settembre nella piazza della SS.M.Annunziata la nascita della Madonna.
E’ ovvio che era una bella occasione di incontro tra famiglie e vecchi amici ed anche una bella opportunità di fare vedere e vendere le proprie produzioni agricole ed animali .
Firenze è una grande e bella città europea , forse la capitale dell’arte e della cultura del mondo , che non disdegna ed anzi sa valorizzare le antiche tradizioni contadine che certamente hanno avuto tanto merito nella nascita di molti geni.
Quindi vi è continuità e sapore di genuine tradizioni nel proporre con naturalezza una visita alla Galleria degli Uffizi , udire in un vicolo rischiarato dalla luna un verso dantesco declamato con forza ed emozione oppure partecipare la sera del 7 settembre al corteo delle rificolone che si snoderà per le strade del centro cittadino fino a raggiungere alle 21:45 la piazza della SS.M.Annunziata mentre i bambini con gioia e brio tireranno palline di stucco contro le rificolone degli altri ragazzi.
Ci sarà anche il mercatino agricolo e di artigianato locale…..e la poesia che si rinnova da centinaia di anni.
lunedì 1 settembre 2008
Lo scultore César e il pittore Guidi Guido a dieci anni dalla morte.
Dieci anni fa , nel 1998 , morirono due grandi artisti toscani : César Baldaccini e Guido Guidi .
César Baldaccini , scultore francese ,nasce a Marsiglia nel 1921, da genitori toscani che immigrarono in Francia, in cerca di lavoro. Studia alla Ecole des Beaux-Arts di Marsiglia dal 1935 al 1939 e in seguito alla Ecole des Beaux-Arts a Parigi. Stabilitosi definitivamente nel 1943 nella capitale francese, ha contatti con ambienti dell'avanguardia, però rifiuta tutte le impostazioni, per dedicarsi ad una ricerca basata sul rapporto libero con la natura e con i materiali, portandolo a realizzare , con rottami di ferro arrugginiti, usati, poveri e consunti uniti con la fiamma ossidrica, massicce sculture rappresentanti insetti e vari tipi di animali favolosi, ironici, con un curioso gusto dell'orrido. La sua prima importante mostra personale si tiene a Parigi, al Salon de Mai, nel 1955. Il successo è tale che tutte le opere in mostra vengono vendute in breve tempo, l’artista viene invitato a partecipare alla Biennale di Venezia del 1956 e nel 1957 vince il 1° premio di partecipazione straniera alla Biennale di Carrara, successivamente è alla biennale di Sao Paulo e a Documenta. Nel 1960 crea la sua prima di una lunga serie di "compressioni", che diventeranno la cifra stilistica del suo linguaggio artistico, ottenuta comprimendo rottami di auto fino a renderli dei pacchi compatti. Nello stesso anno entra a far parte del gruppo dei Nouveaux Réalistes insieme a Arman, Yves Klein, Martial Raysse, Jean Tinguely, e altri.
Per meglio comprendere l’arte di César riporto di seguito il suo pensiero espresso in una Conversazione raccolta da Jean-Luc Chalumeau, pubblicata in OPUS n° l20 luglio-agosto 1990, tradotto dal francese.
“Io non sono un intellettuale. Provengo da un ambiente popolare. Le prime sculture che ho visto, le ho trovate nei cimiteri. Sono di una famiglia d’origine toscana e se vi fossi rimasto, tra Carrara e Montecatini, penso che sarei diventato uno sbozzatore: l’aiuto di uno scultore. Avrei lavorato con Henri Moore forse. Oggi sono diventato scultore, non sbozzatore per altri, ma sono quand’anche un artigiano manuale. Il mio approccio all’arte avviene ad un livello istintivo. Ho fatto molta scuola, ma fondamentalmente sono un autodidatta assoluto.
Con la mia esperienza, la mia età - entro nei miei settanta anni - non voglio farmi illusioni. Quando si viene da dove vengo io, si resta per sempre senza il dubbio. Non posso dire che io detenga la verità. Io comprendo tutti, forse perché non sono stupido, comprendo gli intellettuali anche se mi danno di volta in volta dei complessi. Ma alla fine se hanno delle teste più grandi della mia è solo di fronte, non di profilo...
Quando si vede il mio lavoro, ci si rende conto che è puramente fisico, istintivo, ma vi è anche un uomo dietro, con un cervello. Poiché il mio cervello comunica con tutto il resto. E’ il tatto che mette tutta la meccanica dello scultore in movimento: è la materia che guida lo sviluppo dell’immaginazione. A me, una ragazza non mi eccita se non gli tocco il posteriore, se non tocco, non succede nulla. Ho una formazione accademica: ho appreso la tecnica degli antichi e sono il loro erede. Ma sono anche l’erede dei moderni, dei surrealisti in particolare. Uno scultore non arriva mai da solo.
Vi sono delle continuità artistiche che, generalmente, non sono viste di buon occhio dai responsabili delle grandi esposizioni internazionali, perché questi sono ossessionati da quello che pensano gli americani. D’altra parte, non a caso, un’americana, Margit Rowell è stata commissario dell’esposizione del Beaubourg, Cos’è la scultura moderna. Passo sopra al fatto che César non è stato rappresentato che da una compressione, ma non passo sopra il fatto che degli immensi scultori sono stati scientemente eliminati dalla scultura moderna, come Germaine Richier per esempio. L’esposizione poteva essere interessante per conoscere quel che c’è nella testa dei grandi arbitri dell’arte, ma dallo stretto punto di vista della scultura, è stata una perfetta imbecillità. Amo molto Dan Flavin, ma quel che ha fatto non ha niente a che vedere con la scultura. Adoro un ragazzo come Jean-Pierre Raynaud, che ho d’altra parte personalmente contribuito a far conoscere al suo debutto, ma non ha mai preteso di essere uno scultore: il suo approccio è molto differente.
Quando vedo delle installazioni di Buren, io so che accade qualcosa, e la personalità dell’artista mi colpisce, ma dal punto di vista della scultura, questo mi lascia perplesso. Io non dico quello che si dice spesso negli ambienti popolari: io saprei fare altrettanto! Poiché far fare delle colonne da delle imprese può sembrare facile, ma quel che conta in ogni caso è avere avuto l’idea.
Dopo tutto, anche Garnier aveva delle imprese per realizzare la sua Opéra e così Gaudi per la sua cattedrale. Dunque, se Buren non fa altro che disegni e schizzi, è in ogni caso lui l’autore delle grandi opere che portano il suo nome... Ma la scultura è un altra cosa. E’ il contatto di un uomo con una materia, e dico questo anche se qualcuno dovesse concludere che io sia un pompier . Giacometti ha fatto la stessa scultura per tutta la sua vita, se si vuole, ma io dico che ricomincerebbe ogni volta. E ricominciare non è del tutto la stessa cosa che rifare. Giacometti, in tutta la sua vita, ricomincia, ed è nuovo ogni volta. Quanto a me, saldo il bronzo oggi, e questo mi eccita come quando saldavo il ferro. Vivo con il mio corpo, la mia sensibilità e la mia intelligenza, e tutto questo lo faccio corrispondere ad un bisogno. È veramente uno stile di vita, quello che faccio è concepito in funzione di una necessità.
A partire da questo, si può discutere per sapere che cosa è la scultura? Io non ne so nulla. So semplicemente stabilire delle differenze. Quando ho fatto le mie prime compressioni, non le ho chiamate sculture, le ho chiamate compressioni. E Arman, non ha mai detto delle sue accumulazioni che fossero nient’altro che delle accumulazioni. E Raynaud non ha parlato che di vasi a proposito dei suoi vasi, e lo stesso per Bernar Venet. a proposito delle sue linee. Ma attenzione! Non dico neppure che la scultura sia unicamente la statuaria. Ho imparato i trucchi della statuaria, ho imparato a disegnare, in breve ho acquisito una padronanza, e dopo, vivendo, siccome sono un uomo curioso, che viaggia e che visita le esposizioni, mi sono posto tutto un mucchio di domande.
Da dove veniamo noi, noi gli scultori contemporanei? Noi veniamo da Dada, da Duchamp, dai surrealisti. Nessuno ha mai inventato niente da solo: noi siamo gli eredi gli uni dagli altri. Ed io, nel mio piccolo dominio, quando mi sono appropriato della mia prima compressione, si aveva giustamente ragione ad assimilarlo ad un gesto dada. D’altra parte sono stato molto legato al movimento. Sono stato amico di Man Ray, di Max Ernst e dei surrealisti. Senza parlare di Giacometti di cui sono stato quasi vicino di pianerottolo. Ho visto spesso Mirò anche. Tutto questo, è la realtà della mia vita e questa ha plasmato la mia maniera di apprendere l’oggetto. Che non si venga a dirmi che gli altri sono vergini. Sono come me: vengono da là in una maniera o l’altra.
Tutto questo per dire che, anche nel momento delle compressioni e delle espansioni che apparivano come un linguaggio quantitativo, sono rimasto uno scultore. Le compressioni di César sono prima d’ogni cosa le compressioni di uno scultore che si chiama César. Sono un classico perché io intervengo, io dirigo durante il processo della compressione: non è del tutto un atteggiamento d’avanguardia.
Quelli che pretendono di andare più lontano non fanno in realtà più nulla. E’ verso il nulla che sono diretti. Io non vado più lontano; io resto in contatto con la materia e la controllo. Questo perché le compressioni sono vere opere di scultore, e io non vedo perché avrei dovuto astenermi dal fare delle compressioni. Arrivo ora dall’averne fatta una grande, a NÐ mes, per il museo di Bob Calle, e questa è stata mostrata in pubblico. Il sindaco e la popolazione erano là. Tutti erano contenti ed io anche. Colui che giudica che le sole mie compressioni degli anni 60 sono valide e che io non ho il diritto di farne ora è un imbecille, ecco tutto. Non ha compreso che l’arte è una questione di piacere e che io provo lo stesso piacere a realizzare ognuna delle mie opere. Per esempio, mi sono molto divertito a fare le mie variazioni sul tema del ritratto di Gustave Eiffel. Nei concettuali e minimalisti, non solo non c’è contatto con la materia, nessun lavoro e nessuna abilità, ma ci si scoccia anche. Non c’è né piacere né mestiere in loro, e questo si vede.
Ho visto lavorare Giacometti e Picasso. Essi accettavano la lotta con la materia, e dunque il rischio di fallire, e questo arrivava, e quando si faceva cilecca gettavano tutto via. I concettuali e i minimalisti, non possono fallire! Non sono che delle idee, eventualmente realizzate da altri. Giacometti e Picasso non avrebbero mai avuto l’idea di far realizzare una loro idea da parte di un altro: era assolutamente inconcepibile. Una scultura, fallita, tutti vedono che è fallita e che non lascerà traccia nella storia. Nei minimalisti, il problema è risolto, poiché è intrattabile: ma son pronto a scommettere che questi non sopravviveranno al passare del tempo.
Lo scultore ha bisogno di intervenire lui stesso nella materia. Per me, che sia il ferro, il marmo, la plastica o il bronzo - che tratto come il ferro in fonderia - è sempre lo stesso piacere di intervenire. Certamente non mi prendo né per Picasso né per Giacometti, e m’infastiderebbe prendermi per un grande, perché questo m’impedirebbe di vivere.”.
Per celebrare la ricorrenza del decennale della sua morte è stata allestita a Parigi presso la Fondazione Cartier una grande mostra che sarà visitabile fino al 26 ottobre 2008..
Guido Guidi , pittore livornese , è l’anello di congiunzione tra il risorgimento e la seconda repubblica , tra i macchiaioli storici e una nuova forma di pittura figurativa- istintiva- espressiva che per ora non ha scuola e proseliti. Nasce nel 1901 da Egisto Guidi e Argene Bertelli e fin da piccolo mostra una sorprendente predisposizione alle osservazioni delle forme e dei colori, che istintivamente vengono fissati con facilità in disegni e dipinti, ed una notevole abilità manuale. .Frequenta poco la scuola e presto comincia a lavorare come ciabattino ed a dipingere ; apre nel 1916 una piccola bottega di calzolaio e nel 1919 parte soldato di leva prestando servizio presso il 3° Reggimento Cavalleria. Nei suoi quadri per tutta la vita ricorrerà il soggetto dei militari a cavallo a testimonianza di questo periodo di vita vissuto a Ferrara con intensità. Nel 1924 espone per la prima volta al pubblico i propri dipinti a Firenze in una mostra collettiva denominata " Cenacolo degli illusi ".
Sposa Oriana nel 1927 ed avrà 3 figli ( Mario, Liliana e Luciana ) , godendo per un decennio circa della generosità e della lungimiranza artistica di Galliano Masini , suo cognato e già affermato tenore, che da illuminato mecenate acquista, in questo periodo, l'intera produzione artistica di Guido.
Questo buon periodo termina nel 1938 con una mostra personale alla Bottega d'Arte di Livorno che riscuote notevole successo , ma i tuoni di guerra stanno arrivando insieme a problemi di salute che per un lungo periodo terranno l'artista lontano dalle tele e dai colori. Trascorre quindi un decennio tremendo , circondato dall'affetto dei propri cari e rinfrancato dalla fiamma artistica che contribuirà a riportare Guido intorno agli anni '50 ad una produzione artistica, segnata dalla sua precedente sofferenza , ma ancora più espressiva.
Sono gli anni dell'inizio di un successo esplosivo : cominciano ad arrivare nel suo studio mercanti e galleristi da varie città italiane che chiedono e prenotano quadri , una popolarità forse troppo rapida ed inopportuna per una personalità schiva ed emotiva .
Il figlio Mario comincerà a gestire l'attività del padre favorendo una rapida collocazione di molti quadri presso importanti collezionisti italiani che , in un ciclo virtuoso, hanno allestito nei successivi 25 anni mostre in prestigiose gallerie italiane ( 1959 Bottega d'Arte Livorno ; 1961-Galleria Cancelli Firenze ; 1963 Galleria Antares -Roma ; 1965 - Galleria La Pantera Lucca ;1966 mostra antologica Casa della Cultura Livorno ; dal 1969 al 1978 frequenti mostre in gallerie di tutta la Toscana ; 1979 - Galleria Il Nuovo Fanale - Genova , ecc.).
Credo che poche persone possano affermare di avere visto insieme Guido e Gino , oppure Guido e Galliano o Guido e Bruno ma un amore chiuso , geloso , inespresso con i comuni canoni , li legava in un mondo di personaggi rappresentati nei loro quadri , frutto dei loro sogni ad occhi aperti e delle loro parole forse mai dette.
Guido morì a Livorno il 28 giugno 1998.
Per celebrare la ricorrenza del decennale della sua morte il Comune di Livorno e la rivista Arte a Livorno organizzano una mostra del pittore Guido Guidi a Livorno presso la Villa Trossi-Uberti con inaugurazione il giorno 6 settembre 2008 alle ore 18.
Cosa hanno in comune queste due grandi artisti ? Partiamo dai dati certi : la ricorrenza del decennale della morte che ha spinto amministratori pubblici e privati estimatori a ricordarli, la comune radice toscana , la naturale propensione alla novità espressiva , una certa difficoltà a farsi comprendere dai propri contemporanei.
Ma la forza della comune tematica è proprio nella contraddizione espressiva : César amava scandagliare la materia , manipolarla , contorcerla anche usando mezzi meccanici come le presse , mentre Guido Guidi è la consacrazione dell’espressione immateriale del pensiero , etereo e trasognante , come le figure che quasi si dissolvono sulle sue preziose tele al pari dei sogni al risveglio.
Mauro Guidi - 1° settembre 2008
César Baldaccini , scultore francese ,nasce a Marsiglia nel 1921, da genitori toscani che immigrarono in Francia, in cerca di lavoro. Studia alla Ecole des Beaux-Arts di Marsiglia dal 1935 al 1939 e in seguito alla Ecole des Beaux-Arts a Parigi. Stabilitosi definitivamente nel 1943 nella capitale francese, ha contatti con ambienti dell'avanguardia, però rifiuta tutte le impostazioni, per dedicarsi ad una ricerca basata sul rapporto libero con la natura e con i materiali, portandolo a realizzare , con rottami di ferro arrugginiti, usati, poveri e consunti uniti con la fiamma ossidrica, massicce sculture rappresentanti insetti e vari tipi di animali favolosi, ironici, con un curioso gusto dell'orrido. La sua prima importante mostra personale si tiene a Parigi, al Salon de Mai, nel 1955. Il successo è tale che tutte le opere in mostra vengono vendute in breve tempo, l’artista viene invitato a partecipare alla Biennale di Venezia del 1956 e nel 1957 vince il 1° premio di partecipazione straniera alla Biennale di Carrara, successivamente è alla biennale di Sao Paulo e a Documenta. Nel 1960 crea la sua prima di una lunga serie di "compressioni", che diventeranno la cifra stilistica del suo linguaggio artistico, ottenuta comprimendo rottami di auto fino a renderli dei pacchi compatti. Nello stesso anno entra a far parte del gruppo dei Nouveaux Réalistes insieme a Arman, Yves Klein, Martial Raysse, Jean Tinguely, e altri.
Per meglio comprendere l’arte di César riporto di seguito il suo pensiero espresso in una Conversazione raccolta da Jean-Luc Chalumeau, pubblicata in OPUS n° l20 luglio-agosto 1990, tradotto dal francese.
“Io non sono un intellettuale. Provengo da un ambiente popolare. Le prime sculture che ho visto, le ho trovate nei cimiteri. Sono di una famiglia d’origine toscana e se vi fossi rimasto, tra Carrara e Montecatini, penso che sarei diventato uno sbozzatore: l’aiuto di uno scultore. Avrei lavorato con Henri Moore forse. Oggi sono diventato scultore, non sbozzatore per altri, ma sono quand’anche un artigiano manuale. Il mio approccio all’arte avviene ad un livello istintivo. Ho fatto molta scuola, ma fondamentalmente sono un autodidatta assoluto.
Con la mia esperienza, la mia età - entro nei miei settanta anni - non voglio farmi illusioni. Quando si viene da dove vengo io, si resta per sempre senza il dubbio. Non posso dire che io detenga la verità. Io comprendo tutti, forse perché non sono stupido, comprendo gli intellettuali anche se mi danno di volta in volta dei complessi. Ma alla fine se hanno delle teste più grandi della mia è solo di fronte, non di profilo...
Quando si vede il mio lavoro, ci si rende conto che è puramente fisico, istintivo, ma vi è anche un uomo dietro, con un cervello. Poiché il mio cervello comunica con tutto il resto. E’ il tatto che mette tutta la meccanica dello scultore in movimento: è la materia che guida lo sviluppo dell’immaginazione. A me, una ragazza non mi eccita se non gli tocco il posteriore, se non tocco, non succede nulla. Ho una formazione accademica: ho appreso la tecnica degli antichi e sono il loro erede. Ma sono anche l’erede dei moderni, dei surrealisti in particolare. Uno scultore non arriva mai da solo.
Vi sono delle continuità artistiche che, generalmente, non sono viste di buon occhio dai responsabili delle grandi esposizioni internazionali, perché questi sono ossessionati da quello che pensano gli americani. D’altra parte, non a caso, un’americana, Margit Rowell è stata commissario dell’esposizione del Beaubourg, Cos’è la scultura moderna. Passo sopra al fatto che César non è stato rappresentato che da una compressione, ma non passo sopra il fatto che degli immensi scultori sono stati scientemente eliminati dalla scultura moderna, come Germaine Richier per esempio. L’esposizione poteva essere interessante per conoscere quel che c’è nella testa dei grandi arbitri dell’arte, ma dallo stretto punto di vista della scultura, è stata una perfetta imbecillità. Amo molto Dan Flavin, ma quel che ha fatto non ha niente a che vedere con la scultura. Adoro un ragazzo come Jean-Pierre Raynaud, che ho d’altra parte personalmente contribuito a far conoscere al suo debutto, ma non ha mai preteso di essere uno scultore: il suo approccio è molto differente.
Quando vedo delle installazioni di Buren, io so che accade qualcosa, e la personalità dell’artista mi colpisce, ma dal punto di vista della scultura, questo mi lascia perplesso. Io non dico quello che si dice spesso negli ambienti popolari: io saprei fare altrettanto! Poiché far fare delle colonne da delle imprese può sembrare facile, ma quel che conta in ogni caso è avere avuto l’idea.
Dopo tutto, anche Garnier aveva delle imprese per realizzare la sua Opéra e così Gaudi per la sua cattedrale. Dunque, se Buren non fa altro che disegni e schizzi, è in ogni caso lui l’autore delle grandi opere che portano il suo nome... Ma la scultura è un altra cosa. E’ il contatto di un uomo con una materia, e dico questo anche se qualcuno dovesse concludere che io sia un pompier . Giacometti ha fatto la stessa scultura per tutta la sua vita, se si vuole, ma io dico che ricomincerebbe ogni volta. E ricominciare non è del tutto la stessa cosa che rifare. Giacometti, in tutta la sua vita, ricomincia, ed è nuovo ogni volta. Quanto a me, saldo il bronzo oggi, e questo mi eccita come quando saldavo il ferro. Vivo con il mio corpo, la mia sensibilità e la mia intelligenza, e tutto questo lo faccio corrispondere ad un bisogno. È veramente uno stile di vita, quello che faccio è concepito in funzione di una necessità.
A partire da questo, si può discutere per sapere che cosa è la scultura? Io non ne so nulla. So semplicemente stabilire delle differenze. Quando ho fatto le mie prime compressioni, non le ho chiamate sculture, le ho chiamate compressioni. E Arman, non ha mai detto delle sue accumulazioni che fossero nient’altro che delle accumulazioni. E Raynaud non ha parlato che di vasi a proposito dei suoi vasi, e lo stesso per Bernar Venet. a proposito delle sue linee. Ma attenzione! Non dico neppure che la scultura sia unicamente la statuaria. Ho imparato i trucchi della statuaria, ho imparato a disegnare, in breve ho acquisito una padronanza, e dopo, vivendo, siccome sono un uomo curioso, che viaggia e che visita le esposizioni, mi sono posto tutto un mucchio di domande.
Da dove veniamo noi, noi gli scultori contemporanei? Noi veniamo da Dada, da Duchamp, dai surrealisti. Nessuno ha mai inventato niente da solo: noi siamo gli eredi gli uni dagli altri. Ed io, nel mio piccolo dominio, quando mi sono appropriato della mia prima compressione, si aveva giustamente ragione ad assimilarlo ad un gesto dada. D’altra parte sono stato molto legato al movimento. Sono stato amico di Man Ray, di Max Ernst e dei surrealisti. Senza parlare di Giacometti di cui sono stato quasi vicino di pianerottolo. Ho visto spesso Mirò anche. Tutto questo, è la realtà della mia vita e questa ha plasmato la mia maniera di apprendere l’oggetto. Che non si venga a dirmi che gli altri sono vergini. Sono come me: vengono da là in una maniera o l’altra.
Tutto questo per dire che, anche nel momento delle compressioni e delle espansioni che apparivano come un linguaggio quantitativo, sono rimasto uno scultore. Le compressioni di César sono prima d’ogni cosa le compressioni di uno scultore che si chiama César. Sono un classico perché io intervengo, io dirigo durante il processo della compressione: non è del tutto un atteggiamento d’avanguardia.
Quelli che pretendono di andare più lontano non fanno in realtà più nulla. E’ verso il nulla che sono diretti. Io non vado più lontano; io resto in contatto con la materia e la controllo. Questo perché le compressioni sono vere opere di scultore, e io non vedo perché avrei dovuto astenermi dal fare delle compressioni. Arrivo ora dall’averne fatta una grande, a NÐ mes, per il museo di Bob Calle, e questa è stata mostrata in pubblico. Il sindaco e la popolazione erano là. Tutti erano contenti ed io anche. Colui che giudica che le sole mie compressioni degli anni 60 sono valide e che io non ho il diritto di farne ora è un imbecille, ecco tutto. Non ha compreso che l’arte è una questione di piacere e che io provo lo stesso piacere a realizzare ognuna delle mie opere. Per esempio, mi sono molto divertito a fare le mie variazioni sul tema del ritratto di Gustave Eiffel. Nei concettuali e minimalisti, non solo non c’è contatto con la materia, nessun lavoro e nessuna abilità, ma ci si scoccia anche. Non c’è né piacere né mestiere in loro, e questo si vede.
Ho visto lavorare Giacometti e Picasso. Essi accettavano la lotta con la materia, e dunque il rischio di fallire, e questo arrivava, e quando si faceva cilecca gettavano tutto via. I concettuali e i minimalisti, non possono fallire! Non sono che delle idee, eventualmente realizzate da altri. Giacometti e Picasso non avrebbero mai avuto l’idea di far realizzare una loro idea da parte di un altro: era assolutamente inconcepibile. Una scultura, fallita, tutti vedono che è fallita e che non lascerà traccia nella storia. Nei minimalisti, il problema è risolto, poiché è intrattabile: ma son pronto a scommettere che questi non sopravviveranno al passare del tempo.
Lo scultore ha bisogno di intervenire lui stesso nella materia. Per me, che sia il ferro, il marmo, la plastica o il bronzo - che tratto come il ferro in fonderia - è sempre lo stesso piacere di intervenire. Certamente non mi prendo né per Picasso né per Giacometti, e m’infastiderebbe prendermi per un grande, perché questo m’impedirebbe di vivere.”.
Per celebrare la ricorrenza del decennale della sua morte è stata allestita a Parigi presso la Fondazione Cartier una grande mostra che sarà visitabile fino al 26 ottobre 2008..
Guido Guidi , pittore livornese , è l’anello di congiunzione tra il risorgimento e la seconda repubblica , tra i macchiaioli storici e una nuova forma di pittura figurativa- istintiva- espressiva che per ora non ha scuola e proseliti. Nasce nel 1901 da Egisto Guidi e Argene Bertelli e fin da piccolo mostra una sorprendente predisposizione alle osservazioni delle forme e dei colori, che istintivamente vengono fissati con facilità in disegni e dipinti, ed una notevole abilità manuale. .Frequenta poco la scuola e presto comincia a lavorare come ciabattino ed a dipingere ; apre nel 1916 una piccola bottega di calzolaio e nel 1919 parte soldato di leva prestando servizio presso il 3° Reggimento Cavalleria. Nei suoi quadri per tutta la vita ricorrerà il soggetto dei militari a cavallo a testimonianza di questo periodo di vita vissuto a Ferrara con intensità. Nel 1924 espone per la prima volta al pubblico i propri dipinti a Firenze in una mostra collettiva denominata " Cenacolo degli illusi ".
Sposa Oriana nel 1927 ed avrà 3 figli ( Mario, Liliana e Luciana ) , godendo per un decennio circa della generosità e della lungimiranza artistica di Galliano Masini , suo cognato e già affermato tenore, che da illuminato mecenate acquista, in questo periodo, l'intera produzione artistica di Guido.
Questo buon periodo termina nel 1938 con una mostra personale alla Bottega d'Arte di Livorno che riscuote notevole successo , ma i tuoni di guerra stanno arrivando insieme a problemi di salute che per un lungo periodo terranno l'artista lontano dalle tele e dai colori. Trascorre quindi un decennio tremendo , circondato dall'affetto dei propri cari e rinfrancato dalla fiamma artistica che contribuirà a riportare Guido intorno agli anni '50 ad una produzione artistica, segnata dalla sua precedente sofferenza , ma ancora più espressiva.
Sono gli anni dell'inizio di un successo esplosivo : cominciano ad arrivare nel suo studio mercanti e galleristi da varie città italiane che chiedono e prenotano quadri , una popolarità forse troppo rapida ed inopportuna per una personalità schiva ed emotiva .
Il figlio Mario comincerà a gestire l'attività del padre favorendo una rapida collocazione di molti quadri presso importanti collezionisti italiani che , in un ciclo virtuoso, hanno allestito nei successivi 25 anni mostre in prestigiose gallerie italiane ( 1959 Bottega d'Arte Livorno ; 1961-Galleria Cancelli Firenze ; 1963 Galleria Antares -Roma ; 1965 - Galleria La Pantera Lucca ;1966 mostra antologica Casa della Cultura Livorno ; dal 1969 al 1978 frequenti mostre in gallerie di tutta la Toscana ; 1979 - Galleria Il Nuovo Fanale - Genova , ecc.).
Credo che poche persone possano affermare di avere visto insieme Guido e Gino , oppure Guido e Galliano o Guido e Bruno ma un amore chiuso , geloso , inespresso con i comuni canoni , li legava in un mondo di personaggi rappresentati nei loro quadri , frutto dei loro sogni ad occhi aperti e delle loro parole forse mai dette.
Guido morì a Livorno il 28 giugno 1998.
Per celebrare la ricorrenza del decennale della sua morte il Comune di Livorno e la rivista Arte a Livorno organizzano una mostra del pittore Guido Guidi a Livorno presso la Villa Trossi-Uberti con inaugurazione il giorno 6 settembre 2008 alle ore 18.
Cosa hanno in comune queste due grandi artisti ? Partiamo dai dati certi : la ricorrenza del decennale della morte che ha spinto amministratori pubblici e privati estimatori a ricordarli, la comune radice toscana , la naturale propensione alla novità espressiva , una certa difficoltà a farsi comprendere dai propri contemporanei.
Ma la forza della comune tematica è proprio nella contraddizione espressiva : César amava scandagliare la materia , manipolarla , contorcerla anche usando mezzi meccanici come le presse , mentre Guido Guidi è la consacrazione dell’espressione immateriale del pensiero , etereo e trasognante , come le figure che quasi si dissolvono sulle sue preziose tele al pari dei sogni al risveglio.
Mauro Guidi - 1° settembre 2008
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