sabato 16 aprile 2016

Il referendm sulle trivelle ricorda parecchio quello sul nucleare

Siamo quasi tutti d'accordo sulla bontà delle energie rinnovabili, ma chi ci salverà dal nucleare dei vicini ? Questa osservazione dovrebbe essere fatta osservando come molte centrali nucleari francesi sono a pochi chilometri da grandi città del nord-ovest italiano.


Il 26 aprile del 1986  avvenne il disastroso incidente nella centrale nucleare  di Chernobyl, 120 chilometri a nord di Kiev, nell' allora Unione Sovietica. L'esplosione sviluppò radiazioni che investirono per centinaia di chilometri quadrati Bielorussia e Ucraina, fino a lambire la Danimarca, la Scandinavia e perfino il nostro Paese. 
L'anno dopo, l'8-9 novembre 1987 si svolse in Italia il referendum abrogativo sul "nucleare " che in pratica sancì il diritto del popolo italiano di comprare  energia elettrica di produzione estera con impianti nucleari ( dalla Francia) ed avere gratis disastrose conseguenze  a causa di  eventuali  incidenti in questi impianti. 



Dopo trent'anni circa siamo di nuovo chiamati ad esprimere un nostro parere con un referendum che si propone come un " ritocchino peggiorativo" per la situazione energetica del nostro Paese. 
Io personalmente penso che il futuro energetico del nostro paese e del mondo intero risieda nello sviluppo delle fonti rinnovabili nei tempi e nei modi qualificati per non incorrere in regressi produttivi ma anche e soprattutto evitando ulteriori acquisti di  energia elettrica prodotta in stati limitrofi  con centrali nucleari che ne giustificherebbero ulteriori impieghi.  Guarda caso in Francia è quasi ultimata  la costruzione di una nuova centrale nucleare a Flamanville.
                                                          centrale nucleare a Flamville
La maggiore azienda produttrice e distributrice di energia in Francia è  Électricité de France (EDF) un colosso mondiale che nel 2003 ha prodotto il 22% dell'elettricità dell'Unione europea principalmente dall'energia nucleare: nucleare 74,5% ;idroelettrica 16,2%; termica 9,2%; eolica e altre fonti rinnovabili 0,1%. Ciliegina sulla torta : in Italia controlla totalmente la Edison che è il secondo operatore italiano, coprendo il 22,5% del fabbisogno nazionale di gas.

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