Il 26 aprile del 1986 avvenne il disastroso incidente nella centrale nucleare di Chernobyl, 120 chilometri a nord di Kiev, nell' allora Unione Sovietica. L'esplosione sviluppò radiazioni che investirono per centinaia di chilometri quadrati Bielorussia e Ucraina, fino a lambire la Danimarca, la Scandinavia e perfino il nostro Paese.
L'anno dopo, l'8-9 novembre 1987 si svolse in Italia il referendum abrogativo sul "nucleare " che in pratica sancì il diritto del popolo italiano di comprare energia elettrica di produzione estera con impianti nucleari ( dalla Francia) ed avere gratis disastrose conseguenze a causa di eventuali incidenti in questi impianti.
Dopo trent'anni circa siamo di nuovo chiamati ad esprimere un nostro parere con un referendum che si propone come un " ritocchino peggiorativo" per la situazione energetica del nostro Paese.
Io personalmente penso che il futuro energetico del nostro paese e del mondo intero risieda nello sviluppo delle fonti rinnovabili nei tempi e nei modi qualificati per non incorrere in regressi produttivi ma anche e soprattutto evitando ulteriori acquisti di energia elettrica prodotta in stati limitrofi con centrali nucleari che ne giustificherebbero ulteriori impieghi. Guarda caso in Francia è quasi ultimata la costruzione di una nuova centrale nucleare a Flamanville.
La maggiore azienda produttrice e distributrice di energia in Francia è Électricité de France (EDF) un colosso mondiale che nel 2003 ha prodotto il 22% dell'elettricità dell'Unione europea principalmente dall'energia nucleare: nucleare 74,5% ;idroelettrica 16,2%; termica 9,2%; eolica e altre fonti rinnovabili 0,1%. Ciliegina sulla torta : in Italia controlla totalmente la Edison che è il secondo operatore italiano, coprendo il 22,5% del fabbisogno nazionale di gas.
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