mercoledì 28 agosto 2013

Dalle stelle alle stalle : dalla tecnologia spaziale alla peste bubbonica






2013 , più di un decennio ormai , da " 2001 odissea nello spazio . Siamo nell'epoca delle nanotecnologie , della genetica molecolare , della robotica ma certi incubi medioevali a volte tornano. 

Il quotidiano inglese The Indipendent riporta nell'edizione del 28 agosto 2013 un articolo di John Hall dal titolo :
"Black Death returns: Herder dies of bubonic plague in Kyrgyzstan after being bitten by infected flea Death of Temir Issakunov is the first case of bubonic plague in the country for over 30 years".
 Questa la notizia riportata : un pastore di quindici anni è morto la scorsa settimana sui monti del Kyrgyzstan dopo esser stato punto da una pulce, che gli ha trasmesso la peste bubbonica. La morte di Temir Issakunov è il primo caso nel paese dopo 30 anni. 

Stiamo parlando della peste nera , della malattia che in epoche antiche ha rappresentato il peggiore incubo dei nostri antenati , basta ricordare la peste bubbonica che a metà del ‘300 sterminò una percentuale fra il 30 e il 60% della popolazione europea ( ricordate il Decamerone del Boccaccio ?) oppure la grande pandemia europea del '600 descritta dal Manzoni nei Promessi Sposi . Ma anche in epoche più recenti questa tremeda malattia si è rifatta sentire in varie parti del mondo :1894-1906 - Terza grande pandemia: coinvolge India, Canton, Hong Kong, Taiwan e Giappone. Solo a Canton le vittime furono tra 40.000 e 100.000 con un tasso di mortalità stimato dell'80%. In India le vittime furono 11.000.000. Anni 1920 - Epidemia nel Madagascar. Si verificarono circa 40.000 casi Anni 1960 - Epidemia in Vietnam. Nel solo 1967 si verificarono nel paese asiatico quasi 6.000 casi. Le epidemie più recenti si sono avute in India (ottobre 1994), Uganda (novembre 1998), in Namibia (maggio 1999) e nel Malawi (luglio 1999 ) Nel 2009 - Il 18 giugno almeno 13 casi di peste bubbonica sono registrati nella Libia orientale. L'epicentro del fenomeno è un villaggio a 30 chilometri da Tobruk, vicino al confine con l'Egitto Al giorno d'oggi si registrano tra i 1.000 e i 3.000 casi annuali di peste nel mondo, specialmente in Africa e in Asia ed alcuni focolai vengono saltuariamente segnalati in alcune aree caucasiche e nordamericane (Canada sudoccidentale, Stati Uniti occidentali e meridionali, Messico settentrionale) ma a differenza di epoche antiche oggi la peste bubbonica è curabile grazie agli antibiotici, con un tasso di mortalità fra l’1 e il 15 percento nei casi trattati. Il trattamento resta in ogni caso vitale entro 12-24 ore dai primi sintomi.La possibilità di usare trattamenti terapeutici adeguati ha tolto così alla malattia la " patina di maledizione ancestrale " ma la situazione , dove si verificano focolai infettivi , va ugualmente trattata con la massima urgenza e scrupolosità.
Infatti le autorità del Kyrgyzstan hanno immediatamente messo in quarantena una centinaia di persone che potrebbero esser state contagiate ed hanno inviato squadre sanitarie nell’area per uccidere ratti e altri roditori, annunciando test obbligatori per circa duemila abitanti del luogo, checkpoint per controllare il movimento dei pastori, e controlli rigorosi ai confini con Kazakhstan, Uzbekistan, Tajikistan e Cina .

La peste è una malattia infettiva provocata da un batterio dal doppio nome Pasteurella, Yersinia pestis (nel 1894 il medico svizzero Alexandre John-Émile Yersin, durante l'epidemia di Hong Kong, isolò il bacillo e lo chiamòPasteurella pestis, in onore di Louis Pasteur, ma va ricordato che lo stesso anno anche il medico giapponese Shibasaburo Kitasato, aveva isolato lo stesso bacillo ) La trasmissione nell'uomo può avvenire attraverso la puntura delle pulci dei ratti (Xenopsylla cheopis), o tramite il morso dei ratti stessi o di altri roditori. La pulce dell'uomo ed i pidocchi, in forma minore, permettono di trasmettere la peste bubbonica anche da uomo ad uomo. Insorge violentemente dopo un periodo di incubazione da 2 a 12 giorni. Si presenta con febbre alta, cefalea, grave debolezza, disturbi del sonno, nausea, fotosensibilità, dolore alle estremità, vomito e delirio. Si formano pustole nelle zone punte dalla pulce infetta; i linfonodi delle zone colpite (generalmente la zona inguinale e quella ascellare) si infiammano, gonfiandosi fino a formare uno o più bubboni. Nei casi gravi l'infezione si propaga nell'organismo, provocando insufficienza cardiocircolatoria, complicazioni renali o emorragie interne. Tali sintomi possono facilmente portare alla morte. Alternativamente, nei casi meno gravi, la febbre cessa dopo circa due settimane e i bubboni espellono pus sgonfiandosi e formando una cicatrice .
Esiste una forma di peste ancora più grave detta polmonare in quanto attacca i polmoni, può presentarsi anche come complicanza della forma bubbonica. Il periodo di incubazione va da 1 a 7 giorni e presenta un notevole abbassamento della temperatura corporea, dispnea (difficoltà respiratorie), tosse, cianosi (colorazione bluastra della pelle e delle mucose, sintomo di disturbi circolatori o respiratori) e grave debolezza. Caratterizzante è l'insorgenza di gravi disturbi neurologici. Se non viene curata in tempo, porta quasi sicuramente alla morte per edema polmonare acuto. La peste polmonare è trasmissibile anche senza l'azione di pulci, per via aerea: attraverso, cioè, tosse e starnuti di persone infette, portatori in grado di contagiare il loro prossimo ospite Per combattere la peste sono necessari degli antibiotici, di scelta streptomicina o gentamicina. Possono essere usati anche doxiciclina oppure il cloramfenicolo. Importante è l'isolamento dei malati per evitare ulteriori contagi.
Esistono dei vaccini antipestosi, ma a causa della brevità del loro effetto sono somministrati solo in casi di rischio evidente e programmabile di contagio

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