Il blog della famiglia Guidi Mauro di Livorno non ha scopi commerciali ma è solo la testimonianza di una famiglia livornese.
venerdì 30 marzo 2012
Firenze -Stati Uniti d'America : un lungo ponte di artisti ed intellettuali rievocati in una bella mostra a Firenze
Amerigo Vespucci (Firenze, 18 marzo 1454 – Siviglia, 22 febbraio1512) italiano ,fiorentino doc , navigatore e profondo studioso dei mari, durante i suoi viaggi esplorò gran parte delle coste orientali del Sud America. Fu tra i primi sostenitori dell'idea che Cristoforo Colombo avesse scoperto un nuovo continente e non una rotta occidentale per raggiungere l'Estremo Oriente per mare. Quindi alla fine è il definitivo ed indiscusso scopritore del Nuovo Continente. A 500 anni dalla morte di Amerigo Vespucci, una mostra celebra i legami fra vecchio e nuovo continente, tra Europa e Stati Uniti, raccontando la straordinaria cerchia cosmopolita di artisti e di intellettuali che congiunse, fra Ottocento e Novecento, Firenze all’America. Nel 2012, anno in cui ricorre il quinto centenario della morte di Amerigo Vespucci, la Fondazione Palazzo Strozzi celebra con la rassegna Americani a Firenze. Sargent e gli impressionisti del Nuovo Mondo i forti legami della città con alcuni grandissimi artisti americani, tra cui John Singer Sargent, nel periodo che va da metà Ottocento al primo conflitto mondiale. Attraverso i quadri di trentadue pittori americani che soggiornarono a Firenze e in Toscana, sarà quindi possibile ripercorrere l’eccezionale esperienza estetica vissuta da questi pittori in un’epoca in cui Firenze, Venezia, Roma erano divenuti polo di attrazione irresistibile per coloro che volevano conoscere e studiare l’arte del passato. Il contatto con l’atmosfera e il “paesaggio civilizzato” delle colline fiorentine, tra ville, giardini, oliveti, dette vita a opere originali diffondendo al di là dell’Atlantico quella magnificenza di colori e luce mediterranea che hanno contribuito a incrementare nell’immaginario americano il mito della Toscana e dell’Italia. Attraverso questi dipinti sarà inoltre possibile ricostruire la vita e l’attività degli americani a Firenze e quella di intellettuali, collezionisti, scrittori loro connazionali che furono soggetti di loro opere: da Henry James a Vernon Lee. Una mostra con una forte componente femminile dove le donne sono spesso rappresentate con una veste candida, proprio per evocare un sentimento di innocenza e purezza, quella fiducia e speranza nel futuro incarnata dalla giovane nazione americana. Organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e curata da Francesca Bardazzi e Carlo Sisi, la mostra è la continuazione ideale dell’esposizione Cézanne a Firenze (Palazzo Strozzi, 2007), in cui si studiava per la prima volta la figura dell’italo-americano Egisto Paolo Fabbri, pittore a sua volta e tra i primi collezionisti di Cézanne. La mostra : Divisa in sei sezioni, l’esposizione comprende opere originali e fino a oggi poco note in Italia di artisti che arrivarono a Firenze in un flusso che ebbe un notevole incremento con la fine della guerra di Secessione, nel 1865, e fu costante fino all’inizio del Novecento. Opere sospese tra la formazione accademica ricevuta in patria, il confronto con gli impressionisti francesi e, per alcuni di essi, con le tele dei pittori italiani più sensibili agli effetti di luce: i Macchiaioli e poi i naturalisti toscani. Ai precursori, maestri per le generazioni più giovani, cui appartengono William Morris Hunt e John La Farge, seguono gli “espatriati” in Europa, John Singer Sargent, Mary Cassatt, James Abbott McNeill Whistler, che vantavano una brillante componente cosmopolita. Il cuore dell’esposizione sarà costituito dalle opere di soggetto fiorentino dipinte da alcuni esponenti del gruppo americano più vicini all’Impressionismo: i “Ten American Painters”, fra cui William Merritt Chase e Frederick Childe Hassam. Anche Franck Duveneck, insieme alla moglie Elizabeth Boott, ebbe un ruolo importante nelle relazioni fra artisti americani e toscani, riunendo intorno a sé un gruppo di allievi, i cosiddetti Duveneck boys, fra i quali si distinsero John White Alexander e Joseph Rodefer DeCamp. Le loro opere dialogano all’interno delle varie sezioni con quelle dei pittori fiorentini e toscani che più si avvicinarono alla maniera sofisticata e ricca di suggestioni letterarie promossa dai circoli più esclusivi di quella colonia internazionale: fra questi Telemaco Signorini, Vittorio Corcos, Michele Gordigiani e, toscano “naturalizzato”, Giovanni Boldini. La vita e l’attività degli americani a Firenze si intreccia inoltre con quella di intellettuali, collezionisti, scrittori, critici d’arte loro connazionali che condivisero le stesse esperienze fra arti figurative, idee estetiche, letteratura, venendo spesso ritratti dai loro amici pittori: Gertrude Stein, Mabel Dodge, Bernard Berenson, i fratelli Henry e William James, Egisto Fabbri e la sua famiglia (le sorelle Ernestine, pittrice e fotografa, e Cora, poetessa) Mabel Hooper La Farge, Bancel La Farge, Charles Loeser, Edith Wharton, Vernon Lee. Nella mostra saranno inoltre presenti ritratti femminili di grande qualità, in cui la donna diventa simbolo della moderna nazione americana: giovani, adolescenti o addirittura bambine, spesso vestite di bianco, incarnano la purezza e le speranze di un’intera nazione, in special modo nei dipinti di Tarbell e di Benson. Il tema del ritratto femminile si ricollega all’attività delle pittrici d’oltreoceano. Le più intraprendenti giunsero in Europa e contribuirono agli scambi fra il loro paese e il vecchio continente: Mary Cassatt, Cecilia Beaux, cui fu richiesto l’autoritratto per la Galleria degli Uffizi, e la scultrice Bessie Potter Vonnoh. Mentre in Europa la pittura esercitata dalle donne era considerata un passatempo, negli Stati Uniti esse furono ammesse a frequentare le Accademie già dalla fine degli anni sessanta quando a Parigi e in Italia erano ancora costrette a iscriversi a scuole private. L’ultima sezione della mostra fa compiere al visitatore il percorso inverso: un salto al di là dell’Atlantico al seguito di artisti che, dopo aver viaggiato in Europa e in particolare in Italia, tornano a casa con un ricco bagaglio di esperienze. Vasti paesaggi di mare, interni con scene di intimità domestica, ritratti di intensità psicologica formano un avvincente repertorio di immagini che verrà integrato, in Italia, dall’altrettanto coinvolgente lettura dei romanzi di Henry James. La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza PSAE e per il Polo Museale della città di Firenze con il Comune di Firenze, la Provincia di Firenze, la Camera di Commercio di Firenze, l’Associazione Partners Palazzo Strozzi e la Regione Toscana, con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Bank of America Merrill Lynch, Terra Foundation for American Art, Jan Shrem and Maria Manetti Farrow, Paulson Family Foundation. La mostra gode del Patrocino del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze e Ministero degli Affari Esteri. Americani a Firenze si pone in dialogo con l’esposizione, ospitata contemporaneamente al Centro per la Culura Contemporanea Stozzina American Dreamers. Realtà e immaginazione nell’arte contemporanea americana (CCCS 9 marzo-15 luglio 2012) che propone una riflessione sul lavoro di undici artisti americani (Laura Ball, Adrien Broom, Nick Cave, Will Cotton, Adam Cvijanovic, Richard Deon, Thomas Doyle, Mandy Greer, Kirsten Hassenfeld, Patrick Jacobs, Christy Rupp) che utilizzano fantasia, immaginazione e sogno per costruire possibili mondi alternativi di fronte alla realtà sempre più complessa e difficile del presente
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