lunedì 12 maggio 2014

Dove mettono i soldi chi evade le tasse , chi lavora in nero e chi più in generale acquisisce ingenti somme di denaro impropriamente ?





Ma è ovvio! Tutti lo sanno ,è il segreto di Pulcinella . Nei così detti paradisi fiscali dove in alcuni istituti bancari esisteva o esistre ancora il segreto bancario.
ll segreto bancario è un segreto professionale, come  quello di medici o avvocati, che ha come principio basilare  la tutela della riservatezza del cittadino vietando a chi lavora o ha lavorato in una banca di fornire informazioni a terzi.
 Per effetto di regole e normative questo principio è  presente in molte nazioni europee (Svizzera,Lussemburgo, Austria, Principato di Monaco, San Marino, Liechtenstein, Andorra e in forma diversa anche in Gran Bretagna) e soprattutto in piccoli stati americani (Bahamas e Panamá in particolare) e in Asia, dove il segreto bancario è poco regolamentato e in cui le banche occidentali hanno massicciamente aperto affiliate estere per sfruttarne i vantaggi finanziari (come ad esempio la possibilità di effettuare operazioni back-to-back o di aprire Trust e fondazioni che complicano le possibilità di risalire ai nominativi dei titolari di una società in caso di rogatorie internazionali e che permettono operazioni di elusione fiscale). Spesso dunque il segreto bancario costituisce un incentivo al deposito di denaro in istituti di credito compiacenti che in questo modo alimentano fenomeni illeciti come il riciclaggio di denaro e l'evasione fiscale.

Quasi tutte queste nazioni, a seguito della crisi finanziaria internazionale iniziata nel 2008 e delle forti pressioni internazionali, hanno nel 2009 annunciato la rinuncia o il depotenziamento delle proprie norme tutelanti il segreto bancario e così sta avvenendo anche per la vicinissima Svizzera che, tra breve, permetterà su richiesta specifica e motivata, la trasmissione all'estero dei dati dei propri clienti anche in caso di evasione fiscale e non solo frode fiscale. ( In Svizzera   l'evasione , a differenza della frode, non è considerata un reato ma un illecito amministrativo).
 L'intesa, siglata a Parigi in occasione dell' interministeriale Ocse, riguarda tutti i 34 Paesi aderenti all'organizzazione, ma anche Stati non membri, fra cui Singapore, Cina, Brasile e Costa Rica. Altri, come Panama e Dubai ad esempio, potrebbero seguire nei prossimi mesi, almeno per evitare di finire nella lista nera che l'Ocse si appresta a stilare entro la fine dell'anno e che comporterà anche sanzioni da parte del G20.

La richiesta di informazioni potrà  iniziare a partire da dicembre del 2015 permettendo concretamente all'Italia un enorme passo avanti nella lotta all'evasione fiscale con immensi e reali effetti macroeconomici . Basta pensare che il  recupero di larga parte dell' evasione sarebbe  potenzialmente in grado di affrontare e risolvere due distinti problemi, quello del debito pubblico e quello della crescita economica.

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