martedì 29 dicembre 2015

Lo smog danneggia la salute: non è un'ipotesi, ora è una certezza.



Visto il perdurare di difficili condizioni in molte città a causa di un'anomala( per questa stagione) alta pressione che favorisce l'instaurarsi di livelli di smog decisamente elevati, mi sembra opportuno pubblicare integralmente questo comunicato stampa ( n.127 del 29 dicembre 2015) del Cnr



NEL 1985 RESPIRAVAMO MEGLIO

Uno studio lungo 25 anni, portato avanti dall’Ifc-Cnr di Pisa e
pubblicato su Respiratory Medicine,
ha evidenziato la presenza dei
disturbi respiratori negli ultimi 25 anni. Confermata l’'importanza di
fattori di rischio quali fumo e ambiente urbano


I nostri polmoni stanno sempre peggio. A dirlo è un’'indagine
dell'’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle
ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa,
condotta in collaborazione con l’'Istituto
di Biomedicina e Immunologia Molecolare (Ibim-Cnr) di Palermo
e le
università di Pisa e Verona. Lo studio ha monitorato dal 1985 ad oggi
un campione di oltre 3000 soggetti residenti nel comune di Pisa per
indagare l'’evoluzione della prevalenza delle malattie respiratorie; i
risultati, che confermano il preoccupante andamento riscontrato in
altri Paesi, sono stati pubblicati su Respiratory Medicine.
“I tassi di prevalenza di alcuni disturbi polmonari sono più che
raddoppiati negli ultimi 25 anni”, spiega Sara Maio dell’Ifc-Cnr di
Pisa. “In particolare, gli attacchi d’'asma sono passati dal 3.4% al
7.2%, per la rinite allergica si è saliti dal 16.2% al 37.4%,
l’'espettorato ha superato il 19% rispetto all'’8.7% del 1985 e la
broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), ostruzione delle vie
respiratorie non completamente reversibile, ha raggiunto il 6.8%
contro il 2.1% iniziale. Questi elementi confermano analoghi studi
condotti a livello nazionale e in altri Paesi come la Svezia”.
L'’osservazione è stata svolta partendo da un campione di gruppi
familiari scelto casualmente e poi estesa, con il passare degli anni,
ai nuovi membri delle famiglie. “Lo studio è stato articolato su tre
periodi: dal 1985 al 1988, dal 1991 al ‘93 e dal 2009 al 2011. Per
ogni fase è stato chiesto ai volontari di rispondere a un
questionario, indicando a quali fattori di rischio fossero esposti e
a quali disturbi fossero soggetti”, specifica la ricercatrice. “Come
già mostrato da ricerche precedenti, l’'abitudine al fumo e
l’'esposizione lavorativa restano fra i più importanti fattori di
rischio per lo sviluppo di affezioni respiratorie. Ad esempio, chi
fuma anche meno di 7 pacchetti di sigarette all'’anno rischia di
soffrire in più rispetto ai non fumatori, dell’85% per quanto
riguarda la tosse e dell’80% per l’espettorato”.
Ma anche il ‘fattore urbano’ rimane un elemento importante, sia per
le allergopatie sia per le malattie croniche ostruttive. “In
particolare, i risultati hanno mostrato nei soggetti residenti in
area cittadina, rispetto a quelli che risiedono in zone suburbane, un
rischio maggiore del 19% di rinite allergica, del 14% di tosse, del
30% di espettorato e del 54% di Bpco”, conclude Giovanni Viegi,
dell’Ibim-Cnr di Palermo
. “L’incremento dell'’impatto delle malattie
respiratorie sulla popolazione indicato dai risultati suggerisce di
prestare ancora maggior attenzione agli sviluppi e alle cause di
disturbi così comuni, di pianificare indagini epidemiologiche
longitudinali e ampliare le conoscenze sui fattori (allergeni,
inquinanti atmosferici…) potenzialmente associati a tale aumento”.

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