lunedì 7 luglio 2014

La scuola di Staggia ed il paesaggio in Toscana fra Barbizon e "la macchia”.




Staggia Senese per differenziarla da Staggia Modenese, frazione del comune di San Prospero, è una frazione di Poggibonsi, in provincia di Siena.ll primo riferimento storico all'abitato di Staggia è del 994 dal quale risulta l'esistenza di un borgo munito di rocca di cui re Berengario conferma la proprietà alla famiglia dei Soarzi.Alla fine del Duecento la famiglia Soarzi è in declino mentre Staggia inizia ad avere un'importanza anche dal punto di vista commerciale, trovandosi a cavallo della Via FrancigenaA Staggia Senese attorno al 1855 si formò un piccolo gruppo di pittori dal vero, chiamato Scuola di Staggia (questa denominazione fu usata informalmente nel 1873 da Telemaco Signorini ), attorno al pittore ungherese Karoly Marko il Giovane (1822-1891) lì presente già dal 1853. Al gruppo, formatosi sul modello della Scuola di Barbizon, parteciparono Andreas Marko (o Andras, 1824-1895) fratello di Karoly, e pittori già attivi in ambito fiorentino, come Carlo Ademollo (1825-1911), Lorenzo Gelati (1824-1893), Francesco Saverio Altamura (1822 o 1826-1897), Alessandro La Volpe (1820-1893), e Serafino De Tivoli (1826-1892) che ebbe un ruolo di spicco.

Il livornese Serafino De Tivoli nel 1848 partì volontario con Giuseppe Garibaldi e partecipò alla Battaglia di Curtatone e Montanara.Nel 1855, insieme a Saverio Altamura si recò a Parigi per seguire da vicino le discussioni che erano sorte intorno a Gustave Courbet ed ai pittori della Scuola di Barbizon. Nello stesso anno si recò a Londra in occasione della Esposizione Universale. Contemporaneamente accolse i nuovi concetti propagati dal naturalismo romantico di Alexandre-Gabriel Decamps, Constant Troyon e Théodore Rousseau oltre allo spirito paesaggistico di Jean-Baptiste Camille Corot. Tornò entusiasta della nuova pittura realista a Firenze e ne riferì gli echi. Fu uno dei primi esponenti del movimento pittorico dei macchiaioli e partecipò attivamente alle discussioni che si tenevano nel caffè Michelangiolo di Firenze, tanto da essere soprannominato "il papà della macchia".

                                               Al pascolo -di Serafino De Tivoli


Con il termine scuola di Barbizon  si identifica un gruppo di pittori e una corrente paesaggista del realismo collegata alla località di Barbizon in Francia, non lontana dalla foresta di Fontainebleau
l luogo è stato un ritrovo di artisti principalmente nel periodo tra il 1830 e il 1870 e ha raccolto esponenti del realismo particolarmente inclini a indugiare in tendenze formalmente raffinate e legate al romanticismo ricercando una stretta associazione del paesaggio con lo stato d'animo . Tra gli artisti che maggiormente influenzarono questo movimento, un ruolo fondamentale spetta indubbiamente a John Constable che, a partire dalla sua prima esposizione al Salon di Parigi nel 1824, fu un maestro nella raffigurazione paesaggista dal vero di scene rurali e campestri non come sfondo a scene particolari, ma fine a se stesse. Dal 1848 in poi, le sue idee raccolsero artisti di ogni provenienza nel piccolo villaggio: tra questi, Jean-François Millet ,Jean-Baptiste Camille Corot, che insieme a Théodore Rousseau e a Charles-François Daubigny, divenne ben presto capofila della scuola. Tra gli altri esponenti, Jules Dupré molto vicino a Rousseau, il manierato e brillante Narcisse Virgilio Díaz de la Peña, Jules Jacques Veyrassat, Henri Harpignies, Félix Ziem, Constant Troyon, Albert Charpin, Charles Olivier de Penne, Alexandre DeFaux, Ferdinand Chaigneau e, marginalmente, lo svizzero Karl Bodmer. La compagnia di pittori si installò nello spartano alberghetto di père Ganne, scrutando campi, foreste, paludi, armenti e greggi con una tale attenzione da portare avanti il loro studio fino all'analisi dei contrasti di luce, delle articolazioni di rami e foglie, delle variazioni cromatiche del sottobosco e così via.
A Barbizon  Monet e Bazille realizzano i primi capolavori e sperimentano pennellate "nuove”. Ed è da qui che prende il via la modernità di tecnica e soggetto

La scuola di Staggia dette impulso a un genere, la pittura di paesaggio o della natura con una comunità aperta al dibattito nella quale gli artisti si ritrovavano all'aperto rappresentando sovente uno stesso soggetto, progettando composizioni con forti contrasti di luce e ombra, andando a costituire un precedente del quale risentirono i Macchiaioli pochi anni più tardi. Le opere nate durante questa esperienza sono perlopiù disperse o difficilmente attribuibili, tuttavia la sala numero 14 della Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze è dedicata ad alcuni dei pittori che fecero parte della Scuola di Staggia ed acquista particolare valore la mostra  intitolata “Le vie del sole. La scuola di Staggia ed il paesaggio in Toscana fra Barbizon e la macchia”  inaugurata il 5 luglio e visitabile presso il Palazzo Mediceo di Seravezza fino al prossimo 7 settembre 2014.

                                          Palazzo Mediceo di Seravezza

La mostra , organizzata dalla Fondazione Terre Medicee e dal Comune di Seravezza e curata da Nadia Marchioni, vuole fare comprendere la genialità di questi pittori che dal 1853 dipingendo " dal vero" paesaggi della campagna toscana prospicente Staggia iniziarono ad abbandonare la tecnica più accademica della  realizzazione paesaggistica che porterà anni dopo nel movimento dei " macchiaioli" ad una personalizzazione più intima e quotidiana  della natura




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