Vittorio Corcos - Sogni (Traeume) (1896)-135x160 cm
Importante però fu il 1880 quando Corcos decise di andare a Parigi, dove lavorò per molti anni per la casa d'arte Goupil (Adolphe Goupil da iniziale fabbricante, editore e mercante di stampe, diventa il committente - acquirente di costosi dipinti, realizzati esclusivamente per essere riprodotti, con le più moderne tecniche di stampa )f.requentando anche saltuariamente lo studio di Léon Bonnat, ritrattista della "Parigi bene".Qui fu sempre più invogliato ad eseguire ritratti femminili,oltre scene di vita quotidiana con colori brillanti e pennellate raffinate.
Ritornato in Italia si stabilì nel 1887 a Firenze, nel 1887 dove sposò Emma Ciabatti, vedova Rotigliano, inserita in prestigiosi circoli letterari che lo mettono in contatto con Giosuè Carducci e Gabriele D'Annunzio, approdando poi alla Galleria degli Uffizi.
Non dimenticò però la sua Livorno , infatti se andate a Castiglioncello potete vedere vicino a punta Righini in una strada intitolata alla sua memoria una sua bellissima casa "villa Corcos " che poi è stata di proprietà anche di Alberto Sordi ( ed il fratello ).
Nel 1904, in Germania, eseguì un ritratto di Gugliemo II, dell'Imperatrice e di numerose importanti personalità tedesche, oltre al ritratto della regina Amelia del Portogallo e della regina Margherita di Savoia.
Dal 6 settembre al 14 dicembre 2014 sarà allestita a Padova presso il Palazzo Zabarella una grande mostra di Vittorio Corcos dove saranno esposte anche numerose opere inedite
L’esposizione, curata da Ilaria Taddei, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi, ripercorrerà la vicenda del pittore livornese – a diciassette anni dalla retrospettiva tenuta a Livorno nel 1997 presso il Museo Fattori– presentando un considerevole nucleo di capolavori, provenienti dai maggiori musei italiani e francesi e dalle maggiori collezioni pubbliche e private. Il percorso espositivo ruoterà attorno al dipinto "Sogni" esposto alla Festa dell’Arte e dei Fiori, la rassegna internazionale inaugurata a Firenze nel 1896 dove il quadro aveva destato un “chiasso indiavolato” e provocato un acceso dibattito sul significato da attribuire a quell’intenso ritratto di giovane donna, ora definito “spiritualista” ora “realista”, ma infine universalmente ammirato per l’originalità della composizione e l’inquieto carattere della protagonista.
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