Nel secolo scorso i pittori amavano dipingere " sul vero ".
In gergo pittorico questo significa prendere cassetta e cavalletto ed andare a" zonzo " alla ricerca di un " soggetto " che stimoli la creatività.
Ricordo che i due pittori , partivano alla domenica di buon mattino , con le rispettive biciclette stracolme delle " armi del mestiere " , merende comprese e rispettivi figli , sulla canna.
Il vagabondare per irti colli e prode assolate , certe volte rincorsi da ringhiosi cani di podere , creava un crescendo adrenalinico che alla fine si tramutava in merende voraci e " pennellate sentite ".
Il rito era sempre lo stesso , ricerca spasmodica dell'inquadratura più solleticante , quindi via a montare cavalletto , mini seggiolino pieghevole , tavolezza odorosa di colori appena " munti " e recipenti metallici ( che meraviglia !!) riempiti di essenza di trementina.
Per Danilo Barghigiani però le cose non andavano esattamente così : Lui era un acquarellista ( forse il migliore del '900 ) ed i materiali preparati erano diversi ; cartoncino stemperato di acqua pura , recipenti colmi di acqua per risciacqui vari dei pennelli morbidi ed una cassettina con i colori di stampo fiabesco.
Ma una cosa era sempre uguale : si poneva ogni volta dietro le spalle di mio padre .
Un giorno lo dipinse addirittura !! Era una domenica di un radioso maggio del 1956 .
Ora ho capito . Per Danilo Barghigiani , la figura di mio padre che dipingeva , era sempre parte integrante dell'armonia pittorica del soggetto prescelto.
Per questo a pieno titolo appartiene a Casa Guidi
Mauro & basta